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Lettere alla redazione

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Maiori, "sgombero" dal Palazzo Mezzacapo: parla l’associazione “Il Tempio di Apollo”

"Un buon amministratore dovrebbe ascoltare sul serio i bisogni dei suoi cittadini e interfacciarsi con le persone perché ognuna di essa ha una dignità personale, competenze e professionalità di cui non si è mai tenuto conto"

Inserito da (Redazione LdA), giovedì 7 aprile 2022 11:41:07

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell'associazione "Il Tempio di Apollo", che da anni opera sul territorio di Maiori con gli eventi del Maiori Festival, e che, dopo aver ricevuto una lettera di sgombro dei locali della propria sede da parte del Comune di Maiori, e non avendo avuto altre possibilità di confronto o chiarimento, intende sollevare la questione mediaticamente come già fatto da una parte dell'opposizione e dal Sindaco stesso.

"Si ritiene necessario di esprimere anche la nostra posizione in modo da rendere edotta l'opinione pubblica con il solo scopo di consolidare agli occhi dei lettori, la nostra idea di unione proficua e di bene comune da salvaguardare. Ed è per questo che vogliamo focalizzare l'attenzione sugli ultimi accadimenti che ci hanno visti protagonisti, purtroppo non per le nostre iniziative, ma per diverse scelte amministrative ricadute non solo sulla nostra fattibile operatività, ma anche sui traballanti bilanci morali che da tempo non tornano.

La nostra Associazione è il connubio di amici prima e di tanti altri motivati collaboratori poi, che ha raggiunto negli ultimi anni obiettivi inimmaginabili originariamente.

Dopo aver appreso la scelta improvvisa di stilare un tariffario per l'uso del Salone degli Affreschi, abbiamo ricevuto comunicazione di sgombro della sede, ubicata in uno dei locali del Palazzo Mezzacapo, senza alcun tipo di soluzione alternativa che subentrasse alla regolare scadenza del contratto. E per amore della verità non stiamo rinnegando ciò che abbiamo sottoscritto, anzi, abbiamo onorato ogni tipo di accordo. Tutto lecito, tutto giusto, se visto nell'ottica che ogni cosa abbia un prezzo, che i contratti abbiano un inizio ed una fine, e che le spese vadano sempre saldate (cosa che abbiamo prontamente fatto), ma quello che ci ha scosso e che ha colpito la sensibilità degli associati, sono stati i modi e la totale mancanza di confronto umano, nei riguardi di un gruppo di persone che continua a sostenere la propria città e a "sostenersi" senza alcun fine lucrativo.

Ci dispiace dover ribadire, ancora una volta, che le associazioni senza scopo di lucro non possono fare attività commerciali o più esplicitamente "business", e con essi nemmeno le Onlus, le Fondazioni senza scopo di lucro e altri enti del Terzo Settore.

In una comunità che non perde occasione per dichiararsi aperta, libera e propositiva, non si può ridurre ad una legittima ed impersonale documentazione cartacea, il rapporto tra Primo Cittadino, Consiglieri e cittadini che, in questo caso, hanno proposto, propongono e continuano a riproporre <<progetti di utilità sociale che possano avere una ricaduta positiva sul nostro territorio>> (Cit.).

Un buon amministratore dovrebbe ascoltare sul serio i bisogni dei suoi cittadini e interfacciarsi con le persone perché ognuna di essa ha una dignità personale, competenze e professionalità di cui non si è mai tenuto conto.

Il confronto è l'anima dello sviluppo. La partecipazione personale e l'interesse culturale dovrebbero essere una prerogativa, per ambire ad una crescita longeva e coerente con le necessità del territorio.

In una città così piccola come quella di Maiori, dove ci si conosce tutti, è mai possibile che ci si limiti all'invio di una PEC o di un messaggio distaccato e istituzionale?

Quando ci sarà la possibilità di favorire il radicamento di spazi giovanili con lo scopo di svolgere la funzione di luogo di produzione culturale e creativa, di confronto e di aggregazione, di intrattenimento e di realizzazione di attività ludiche a favore di famiglie, bambini, ragazzi e cittadini?

Quando le domande disattese continuano a sovrastare la debolezza di momentanee risposte da propaganda, vuol dire che c'è ancora tanta strada da fare e che il peso della cultura, della bellezza, della musica, dell'arte e dello sviluppo creativo dei nostri ragazzi, non ha ancora trovato persone pronte a sorreggerlo con serietà. Non lo diciamo con rassegnazione, perché nonostante tutto abbiamo ancora tanta voglia di fare, ma lo ribadiamo con amara convinzione: l'associazionismo a Maiori è in seria difficoltà!".

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Fonte: Il Vescovado

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