Flusso di CoscienzaUna corsa contro il tempo, una corsa per il Cielo

Cronaca, tragedia, lutto

Una corsa contro il tempo, una corsa per il Cielo

a volte vale la pena fermarsi e riflettere, chiedendosi: ne vale la pena?

Inserito da (admin), lunedì 24 novembre 2014 11:34:28

Quante volte, di corsa, siamo schizzati come schegge giù dal bus al terminal dell'Università. Esami e lezioni a cui non bisogna fare tardi, nonostante i soliti ritardi dei pullman, il traffico e i disagi che affliggono la vita di chi viaggia. In quel piccolo spazio, sito in cima ad una collinetta, ogni giorno si incrociano migliaia di storie: sogni di tanti che nemmeno si conoscono e, come trottole impazzite, talvolta si scontrano nella foga di far presto per trovare posto in aula, per non incrociare quel maledetto sguardo del barone che, dalla cattedra, ti guarda male se non sei in orario. Che ne sa lui che lascia il suo fuori serie nel parcheggio coperto riservato? Benvenuti a bordo, pendolari: sempre di fretta, sempre a tracimare stress come fiumi in piena.

Francesca era una di noi: sveglia all'alba, un caffè al volo e «Mamma esco, vado all'Università». Con il sole o con la pioggia, ore ed ore per strada, per tutto l'anno, ad attendere una corsa che non passa, un bus che arriva pieno e ti costringe a restare in piedi. Poi capita che, un giorno, si esce senza tornare più.

«Si può morire così?» si stanno chiedendo in tanti in queste drammatiche ore. E' un dolore collettivo, che avvolge chiunque vive o ha vissuto quei luoghi. Ed è un dolore che, con ogni probabilità, non ha responsabilità preannunciate e colossali a cui appellarsi per chiedere giustizia. Non ci sono ponti che crollano, strade che franano o palazzi che si abbattono: almeno stavolta siamo di fronte ad una tragica fatalità, ascrivibile al massimo ad un'organizzazione non ottimale degli spazi o ad un errore umano che non di certo voleva tramutarsi in moto assassino.

Sarà compito delle Autorità preposte individuare le dinamiche, capire chi o cosa non ha funzionato. A noi resta la commozione di chi, impotente, accende un cero ad una collega che va via anzitempo e senza colpa alcuna.

Riposa in pace, Francesca.

 

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