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Il mondo in lutto per la morte di Papa Francesco

Papa Francesco ha lasciato questa terra: che la gloria sia con lui!

Nonostante le voci dei potenti sembravano non dargli ascolto, lui ha sempre, caparbiamente, insistito nel ricordarci che ogni guerra è una sconfitta, che bisogna dialogare e non continuare a fare vittime innocenti solo per il “gusto” di agire l’un contro l’altro armati.

Inserito da (Admin), lunedì 21 aprile 2025 14:17:34

 

di Mafalda Bruno

Un fulmine a ciel sereno ci avrebbe fatto meno impressione: sì, si sapeva e si vedeva che il Pontefice stava soffrendo e anche tanto, ma vederlo ieri in Piazza San Pietro in carrozzella, ci aveva, come dire, tranquillizzato, facendoci pensare che, tutto sommato, ancora qualche tempo sarebbe rimasto con noi.

E qui viene la prima domanda che ci siamo posti nei giorni scorsi: era il caso di farlo uscire visto l'evidente affaticamento che queste "mini trasferte" gli causavano? La risposta, forse, ce la siamo data subito dopo la domanda: avrà chiesto lui, forse avvertendo la fine vicina, di stare in mezzo alla gente: da buon Pastore ha voluto salutare il suo gregge, con la sua ultima benedizione Urbi et Orbi, prima di lasciare questo mondo. E al Papa non si può dire di no.

Come identificare nel nostro ricordo il suo Pontificato? I segni distintivi di questo Papa sono molteplici, e lasciamo ai vaticanisti sviscerare questi temi: a noi salta subito alla mente quella croce di ferro che portava sul petto, a differenza di quella d'oro che portavano i suoi predecessori. Vengono in mente le docce fatte preparare vicino al colonnato in modo che i senzatetto potessero lavarsi; e ancora, le sue incursioni alle mense dei poveri, alle carceri, agli angoli di Roma dove spesso appariva senza frastuono di macchine e scorte di ogni genere, solo per stare tra la gente.

Lo ricorderemo per il suo impegno verso l'ambiente: la sua Enciclica "Laudato sì" rimarrà un vademecum per tutti noi, universale, affinché ci possiamo impegnare a curarci del creato, della natura e di tutto quello che nella terra è contenuto. Rimarrà in mente quel tragitto fatto in solitaria verso la scalinata di Piazza San Pietro, nel periodo del Covid, con le spalle curve che sembravano portare addosso tutto il peso della miseria umana. Così come il suo arrivo, non programmato, al porto di Lampedusa per rendere omaggio a quella fetta di Italia che offre soccorso a tanti poveri migranti in fuga dalle guerre. E tanti, ma tanti, altri segnali inconfondibili, tra cui, la frase shock quando disse (con tono furibondo) "la Chiesa dovrebbe vergognarsi" riferito alle violenze sui minori.

Ma il messaggio da lui gridato più forte, ripetutamente, dalla finestra in San Pietro o nelle udienze generali e private, è il suo continuo appello alla pace.

Nonostante le voci dei potenti sembravano non dargli ascolto, lui ha sempre, caparbiamente, insistito nel ricordarci che ogni guerra è una sconfitta, che bisogna dialogare e non continuare a fare vittime innocenti solo per il "gusto" di agire l'un contro l'altro armati.

La Chiesa ora dovrà affrontare la sfida del successore di Cotanto Papa. Non per la scelta in sé che, per noi credenti, sarà opera dello Spirito Santo. E allora che sfida sarà? Sarà la sfida alla quale tanti meandri nel Vaticano stavano già pensando da tempo, riguardo al successore del Pontefice. E' noto a tutti che una parte della corrente vaticana poco gradiva la dottrina dii Papa Francesco perché troppo misericordiosa, troppo comprensiva (il famoso "chi sono io per giudicare?" riferito agli omosessuali) e poco ferrea secondo i dettami secolari della Chiesa conservatrice.

In ogni caso, sarà cosa buona e giusta iniziare a pregare per il successore di Papa Bergoglio: perché dovrà affrontare tempi di guerra, povertà sempre più diffusa e un mondo che spesso, troppo spesso, sceglie la via della violenza, piuttosto che quella della pace.

Fonte: Cetara News

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