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San Pantaleone Profeta della Misericordia

Inserito da (redazionelda), lunedì 4 luglio 2016 13:41:27

di Mons. Giuseppe Imperato

Nella conclusione della Bolla di Indizione dell'Anno Santo straordinario della Misericordia Papa Francesco ha scritto: "La nostra preghiera si estenda anche ai Santi e Beati che hanno fatto della Misericordia la loro missione di vita".

In questa efficace esortazione del Santo Padre mi sembra di cogliere un efficace invito rivolto anche alla comunità di Ravello che venera San Pantaleone come Patrono principale e ne custodisce la preziosa Reliquia del Sangue.

Nella prima biografia del martire, attribuita a Simone Metafraste, infatti, si legge che il giovane medico e martire Pantaleone, poco prima dell'estremo supplizio, riceve un nuovo nome. Da colui che è simile in tutto al leone, Pantaleon, egli diviene Pantaleimon, colui che è tutto misericordia.

La graziosa leggenda della "Passio" del santo martire racconta che "mentre i carnefici convertiti per la preghiera del martire chiedono perdono al santo, una voce dall'alto cambia il nome del giovane e gli predice il destino futuro: "non ti chiamerai più Pantaleon, ma il tuo nome sarà Pantaleimon, perché avrai compassione di molti: tu infatti sarai porto per quelli sballottati dalla tempesta, rifugio degli afflitti, protettore degli oppressi, medico dei malati e persecutore dei demoni".

Sarà utile e doveroso, quindi, durante la preparazione della Solennità del Martirio del Santo Medico e Martire, Patrono principale della città di Ravello che celebreremo il prossimo 27 luglio di quest'anno giubilare, riconsiderare la splendida figura di San Pantaleone di Nicomedia.

Alla luce della tradizione storica, San Pantaleone dunque merita di essere chiamato, venerato, imitato ed invocato come Profeta e Testimone della Misericordia.

Questo specifico aspetto della personalità e missione del nostro Santo Patrono è attestato ampiamente anche dalla tradizione liturgica ravellese affidata alla preghiera detta "Novena a San Pantaleone" riportata da don Ferdinando Mansi in appendice alla Vita del glorioso Martire San Pantaleone medico, protettore della Città di Ravello, con brevi cenni sulla venuta del suo sangue in detta Città per Monsignore D. Ferdinando Mansi, edita nel 1867.

In questa preghiera popolare che riflette la notevole formazione biblica e dottrinale dell'autore e costruita con il racconto anche di alcuni episodi tipici della vita del Martire, si evidenziano in modo semplice ed efficace i sentimenti profondi della fede del popolo ravellese legato al culto e alla devozione verso il Santo.

Del giovane medico e martire, con grande fiducia, se ne implora l'intercessione, e con immagini e personaggi del Primo Testamento si orientano i devoti all'imitazione di Cristo di cui Pantaleone è stato esemplare discepolo e testimone.

Nella preghiera il popolo orante confessa la fede in Gesù Cristo, ne chiede l'intercessione per il suo cammino verso la Patria celeste, facendo memoria della passione e morte del Santo protettore, a cui fu assegnata da Dio, nel giorno del martirio, la missione di essere misericordioso verso coloro che ricorrevano a Lui.

La Novena è la preghiera di un popolo che, nella celebrazione annuale del martirio del suo protettore, avverte la consapevolezza della sua situazione di non perfetta relazione con Dio Padre Figlio e Spirito Santo e, cosciente della propria infedeltà, chiede l'aiuto e l'intercessione del Santo Patrono, il Misericordioso.

Le invocazioni allora assumono le caratteristiche di una sentita, ardente e forte preghiera, rafforzata dal richiamo al Sangue che biblicamente è un mezzo capace di ristabilire la relazione con Dio.

I fedeli pregano così: "Ti preghiamo umilmente ad impetrarci il perdono della colpa e della pena dovuta a quella; per essere le nostre preghiere più accette, impetraci un cuore pieno di fede sincera, speranza ferma e carità perfetta": un esplicito richiamo questo al Privilegio della Indulgenza plenaria concessa con bolla del 29 aprile 1783 dal Papa Pio VI alla Chiesa di Ravello per i fedeli che visitavano la reliquia del Sangue dai primi Vepri della Festa del Santo Patrono. In questa preghiera il popolo desideroso di riconciliazione, impossibile a realizzarsi con le sole forze umane e che, di necessità va implorata e ottenuta dalla divina misericordia, si presenta davanti alla Maestà di Dio, implorante misericordia con il pegno dell'ampolla prodigiosa del Sangue del Martire che, unendosi a quello versato dal primo Martire, Cristo, implora la divina Bontà e implora misericordia e "attende il perdono".

Dalla Novena emerge chiaramente che per la comunità di Ravello, San Pantaleone è presso Dio il Patrono potente e misericordioso, rappresentante e interprete del popolo a lui affidato.

Acclamato come avvocato, intercessore, campione della fede, valoroso soldato, coraggioso trionfatore del principe delle tenebre, inclito medico, generoso guerriero, fortissimo difensore del vangelo, San Pantaleone è il potente protettore, misericordioso e clemente del popolo di Ravello.

Meditando attentamente la vita di San Pantaleone siamo stimolati ad emularne la fede, l'amore, la speranza, la fermezza verso le passioni, la vita, la perseveranza fino a dare la vita per la fedeltà a Dio.

Il culto e la venerazione verso San Pantaleone, il Misericordioso, che con più intenso fervore vogliamo intensificare in questo Anno della Misericordia, ci ottenga la grazia di sperimentare la Misericordia di Dio nella celebrazione fruttuosa dei Sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia, per poter condurre una rinnovata vita cristiana, spesa al servizio del prossimo nelle opere della misericordia e nel coraggioso e generoso proposito di imitare il Nostro Celeste Patrono San Pantaleone, il Misericordioso, diventando anche noi profeti e icone viventi di misericordia.

Fonte: Il Vescovado

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