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Scala, 25 aprile una nuova campana per Santa Maria dei Monti

Una consolidata tradizione di fede

Inserito da (redazionelda), lunedì 16 aprile 2018 11:22:51

Sarà un 25 aprile speciale, il prossimo, a Santa Maria dei Monti. Il pellegrinaggio sull'altura a 1050 metri sul livello del mare rappresenta una tradizione consolidata per gli abitanti della città del castagno che deriva dalla devozione alla Vergine.

A trent'anni dall'apposizione della statua della Madonna di Punta Campanaro (video in basso), sulla cima dei Lattari, quest'anno il richiamo alla "Mamma Celeste" sarà scandito da una nuova campana realizzata per l'occasione, dopo 210 anni dalla rimozione. Questo luogo, infatti, intorno al 1730, ospitò per qualche anno Sant' Alfonso Maria de' Liguori che tra queste montagne iniziò la sua opera di alfabetizzazione e di assistenza sociale e religiosa delle popolazioni della Costa di Amalfi.

La campana in bronzo riporta in rilievo le effigie della Madonna e dei Santi Pietro e Antonio ed è stata acquistata con l offerte dei fedeli che in questi giorni stanno lavorando per il fissaggio della struttura in ferro in cui la campana troverà alloggio.

«Essa vuole risvegliare con il suono la devozione alla Mamma celeste da titolo "Santa Maria dei Monti" che dall'alto veglia sugli Scalesi e invita, specie nei momenti difficili, a guardare il cielo» si legge dall'invito all'evento del 25 aprile che vedrà, alle 10 e 30, la recita del Santo Rosario seguito dalla Santa Messa e dalla cerimonia id inaugurazione della campana.

Nella serata di vigilia, invece, un gruppo di giovani scalesi offrirà un delizioso spettacolo pirotecnico previsto per le 21.

Per tutta la giornata di mercoledì 25 aprile previsto un servizio di elicottero con prenotazione obbligatoria entro il 23 aprile (info tel. 334 9993 048).

IL RIFUGIO

Sull'altopiano vi è una casa rifugio in cui fino a due secoli fa, sul luogo detto popolarmente "Punta del campanile", vi erano i ruderi della chiesetta in cui Sant' Alfonso esercitò il suo apostolato. Fonti sull''utilizzo della chiesa si hanno in un atto notarile del 30 agosto del 1655, redatto dal notaio Francesco Campanile, in cui il signor Scipione Sorrentino deliberò di dotare la chiesa della somma di trenta ducati l' anno con l' obbligo per il cappellano di celebrare quattro messe alla settimana all'altare di Santa Maria dei monti. Anche dopo la venuta a Scala di Sant Alfonso, il culto continuò: in alcuni documenti risulta che nel 1753 si pagavano "annui ducati nove, per il giornale mantenimento di detta chiesa". Successivamente, l' alluvione del 25 gennaio 1764 danneggiò la struttura e l' arrivo di briganti che si rifugiarono nell' eremo negli anni seguenti, la fecero scomparire del tutto. Il campanile si trovava lontano dal fabbricato, sul ciglio della valle su cui sorge Scala, così che il suono della campana potesse essere avvertito da tutto il paese sottostante. A questo non toccò sorte migliore: dissestato gravemente dall'alluvione del 1764 crollò definitivamente. La campana, fusa nel 1650, che riportava in rilievo l'immagine della Madonna col Bambino, fu trasportata il 25 luglio 1808 nel Duomo di Scala. Ancora oggi il suo suono scandisce i momenti religiosi della comunità. E' la campana più antica del campanile.

Tra i pochi ruderi che vi erano rimasti, nel 1988, in occasione del bicentenario della morte di Sant'Alfonso, per iniziativa dei giovani del Circolo ANSPI presieduto dall'indimenticabile Antonio Mansi, fu apposta una statua della Vergine Maria visibile da gran parte del paese, affinché continui sempre a proteggerlo.

Di grande importanza anche la statua della Vergine nota col nome di Santa Maria dei monti, che si trovava sull'altare della ormai scomparsa chiesa, raffigurante la Madonna col Bambino su un lato e dall'altro la Bibbia. Probabilmente questa statua fu scolpita nel tardo cinquecento e dopo il crollo dell'eremo fu trasferita nella chiesa di Santa Maria della neve nell'omonima contrada, da qui nella congrega di Gesù nei pressi del Duomo, ed in fine nel Duomo stesso. Ed é qui che il Redentorista Domenico Capone, la trovò ridotta in condizioni pessime e prossima a disfarsi. Fu restaurata successivamente ed ora si trova nella cappella dei Padri Redentoristi ben conservata.

Fonti storiche: Scala un centro amalfitano di civiltà di Don Cesario D' Amato

OGGI

Di proprietà comunale, il rifugio è una vecchia casa forestale su due livelli ristrutturata nel 2007 con il finanziamento del Parco dei Monti Lattari, arredato per 12 posti letto con bagno cucina, acqua potabilizzata e generatore elettrico. La struttura si trova al centro di uno snodo importante dell'alta via dei Monti Lattari, situata a metà strada dal Sentiero degli Dei e il Valico del Chiunzi. Dalla scorsa estate è stato affidato al Consorzio di Promozione Turistica Ravello-Scala che provvederà a renderla una stazione attrezzata destinata agli amanti del turismo naturalistico, con l'organizzazione di eventi.

Fonte: Il Vescovado

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