Tu sei qui: Cronaca200 case a rischio amianto
Inserito da (admin), mercoledì 30 aprile 2003 00:00:00
Sono oltre 200, secondo una stima effettuata dall'Ufficio Tecnico comunale, gli immobili privati realizzati con parti in amianto. Camini, tetti, canne fumarie e tubi di scolo: tutti in materiale proibito. L'Amministrazione comunale sta attuando, quindi, tutte le procedure per la completa bonifica dell'intero territorio comunale. Ieri mattina sono partiti i primi moduli, indirizzati agli amministratori condominiali di immobili già certificati, in cui si dovranno specificare le parti della struttura trattate con l'amianto, lo stato del materiale nocivo e l'eventuale piano di rimozione. Con lo stesso formulario viene chiarita la procedura corretta per l'intervento di rimozione e smaltimento. Sarà a carico dei proprietari degli immobili richiedere l'intervento di esperti privati o pubblici, come l'Arpac, che dovranno redigere il verbale, da consegnare successivamente al Comune. Sarà poi l'Asl Sa1 a verificare, controllare ed autorizzare la bonifica. Finalmente, dopo gli interventi di incapsulamento dei tetti dei prefabbricati pesanti, si cerca di effettuare lo stesso trattamento anche per le abitazioni di privati. Non mancano i benefici per quanti dovranno fare questo tipo di intervento. Per loro, infatti, è stata approvata la riduzione di un terzo dell'Ici, riferita al solo immobile bonificato. Un provvedimento già attuato da diversi Comuni della provincia, ma che a Cava potrebbe non essere l'unico. «Se la Regione - dichiara Giovanni Carleo, assessore alle Finanze - metterà a disposizione ulteriori finanziamenti per questo tipo di intervento, l'Amministrazione, nei limiti delle proprie possibilità, potrebbe contribuire all'opera di rimozione e smaltimento dell'amianto». Sul problema della rimozione e del successivo smaltimento del materiale di risulta interviene Enzo Passa: «L'Asl ed il responsabile dell'Ufficio di Prevenzione, Giovanni Baldi, dovranno controllare e verificare tutte le operazioni. In particolare, lo smaltimento del materiale rimosso. Considerato l'alto grado di nocività dell'amianto, non vorrei che venisse smaltito in una normale discarica pubblica, o peggio, in una delle tante discariche abusive presenti sul nostro territorio. Bisogna attenersi scrupolosamente alle normative esistenti. Sarebbe opportuno che, ciclicamente, il Comune avviasse attente verifiche sullo smaltimento».
Fonte: Il Portico
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