Tu sei qui: CronacaAddio a Ciccio, mitico custode dello stadio
Inserito da (admin), mercoledì 13 febbraio 2008 00:00:00
Francesco Salsano, mitico custode dello stadio comunale "Simonetta Lamberti", è scomparso a 74 anni. Lo ha colpito il male del secolo, suscitando vivo cordoglio in quanti lo avevano conosciuto. Francesco Salsano, più noto come "Ciccio Campanale", soprannome ereditato dal nonno paterno, chiamato così per la sua altezza da campanile, era - ironia della sorte - di media statura. Dopo una vita di lavoro, in pensione voleva coltivare la sua passione, il calcio. Ma il destino è stato crudele.
Estroverso, disponibile, era amico di tutti. Primo tifoso del figlio Faustino, ne seguiva sui campi verdi le magie che l'avrebbero portato in serie A nella Sampdoria, in coppia con Vialli e Mancini. Una vita da calciatore, quella di Faustino, costellata di successi (oggi è uno dei collaboratori tecnici di Mancini nell'Inter). Era orgoglioso Ciccio, ma misurato, e viveva con equilibrio i momenti di "gloria" del figlio. Rino Santin, giocatore e poi mister della Cavese della serie B, lo ricorda così: «Aveva brio, disponibilità e grande umanità. Trovava sempre le parole giuste. In poco tempo sono scomparsi Nonis e Ciccio, una parte della nostra storia di giocatore ed allenatore. Ci sentiamo più poveri».
E la città ieri, nella chiesa gremita di S. Vito, ha dato l'addio a Ciccio. Una folla commossa si è stretta intorno alla bara ed ai figli Angelo, Vincenzo, Rosanna, Fausto, Luigi, Aniello ed ai tanti nipoti. C'erano Belotti e tanti giocatori che avevano conosciuto Ciccio, la sua franchezza e la grande umanità. Una vita nel segno della famiglia, unita e legata ai valori. Ciccio aveva trascorso gran parte della sua giovinezza nella zona di S. Francesco, dove amava tornare per gustarne profumi, sapori e rivedere i compagni d'infanzia. I fratelli Paglietta, che da anni avviano allo sport i giovani, ricordano stralci di vita sui campi con lui: «Era un amico fraterno». Da dipendente comunale, fedelissimo del prof. Eugenio Abbro, ripeteva: «Dobbiamo essere tutti grati all'uomo che lotta e lavora per la nostra città».
Fonte: Il Portico
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