All'età di 77 anni, a Napoli si è spento il prof. Francesco Della Corte, premio "Cavesi nel Mondo" nel 2004. La notizia in breve tempo ha fatto il giro della città, che l'ha accolta con grande tristezza. La famiglia Della Corte era molto nota a Cava. Molti ricordano il papà Giulio e la mamma Margherita Masson, figlia di imprenditori tessili, proveniente da un paese (Doulaincourt) nella Francia del Nord, in Champagne Ardenne. Il nonno paterno, Francesco, fu un medico famoso a Cava e curò la costruzione, come amministratore pubblico, della strada che conduce alla Pietrasanta e porta oggi il suo nome.

Francesco nacque a Cava il 22 ottobre 1930. Frequentò le scuole statali di Cava, nel 43 fu alunno della Badia, dove conseguì la maturità classica. Iscritto alla Facoltà di Medicina a Napoli, si laureò giovanissimo ed intraprese la carriera universitaria, dove si distinse per impegno e per capacità. Fu un attento ricercatore e ben presto fu in cattedra, Istologia ed Embriologia. Molte le pubblicazioni di interesse internazionale. «Onorò Cava, la sua terra, la sua gente, che portò sempre nel suo cuore e di cui fu orgoglioso», afferma l'avv. Gaetano Panza, che ha qualche anno in più.

E Cava non dimenticò l'impegno scientifico ed il consenso nel mondo medico del prof. Francesco Della Corte. Nel 2004 gli assegnò il Premio "Cavesi nel Mondo" con la seguente motivazione: «Nello svolgimento della sua attività di medico, scienziato e docente, ha costantemente testimoniato rigore morale e severità, applicazione e dedizione, rettitudine e senso del lavoro. Una preparazione vasta e articolata».

Il professore così rispose commosso: «È stata una splendida sorpresa, di solito il lavoro di noi insegnanti e ricercatori in materie di base resta ignoto ai non addetti». Ed aggiunse: «Sono sempre affezionatissimo alla nostra Cava, ove risiedono i più cari amici, fedelissimi dall'infanzia». «Cava e l'Azienda rendono omaggio ad uno dei suoi figli migliori, che seppe onorare la città con scienza, competenza e grande amore alle origini cavesi», conclude Franco D'Angelo, amministratore dell'AAST.