Tu sei qui: CronacaAddio a Spatuzzi, ex calciatore aquilotto
Inserito da (admin), mercoledì 27 aprile 2005 00:00:00
Una partita a tennis come tante. I soliti due tiri con la racchetta tra amici, nel circolo a quattro passi da casa, gli sono stati fatali. Per Pasquale Spatuzzi, 48 anni, notissimo professionista cavese, ex calciatore, prodotto del vivaio della Cavese, il destino ferale era dietro l'angolo. Un dolore improvviso, una fitta al cuore, i sudori "classici" dell'infarto. La chiamata d'urgenza dell'ambulanza, poi la corsa verso il locale nosocomio. Tutto inutile, ormai. La vita aveva già abbandonato Spatuzzi. Lascia la moglie Anna e due figli, Gaetano e Roberta. La notizia è rimbalzata immediatamente nella Vallata. Troppo nota la famiglia e lo stesso Pasquale per non produrre sgomento. Il fratello Enzo, medico, ed il cognato, anch'egli medico in servizio presso l'ospedale metelliano, sono stati tra i primi ad arrivare sul posto, ma solo per piangere la morte prematura del loro caro. Pasquale Spatuzzi è stato da sempre un appassionato del calcio giocato. Aveva fatto la trafila nel vivaio della Cavese, arrivando persino ad un passo dalla gloria. Nel 1978, infatti, tra i migliori della Berretti del tempo, tanto da guadagnarsi nella Pro Cavese di Viciani qualche panchina in C, ebbe la possibilità di provare con il grande Napoli. Fu prestato per il famosissimo Torneo di Viareggio, allora tra le poche vetrine per il giovane calcio emergente italiano. E fece la sua brava figura come ottimo centrocampista. Qualcosa, poi, non andò per il verso giusto e l'affare con il Napoli non si concluse. Pare per una visita medica non perfetta. Da allora il calcio di prestigio svanì. E per Pasquale Spatuzzi, con la stessa passione di sempre, ma con altri obiettivi nella vita, si aprì un altro periodo. Il lavoro, la famiglia, le partite nel calcio che conta di meno, con squadre minori della provincia. Nell'Atletico Cava, per esempio, dei fratelli Magliano. L'amore per il calcio e lo sport in generale è continuato fino all'ultimo. Ma la morte ha posto fine al suo ultimo grande sogno. I dirigenti di un paio di società cavesi di Prima Categoria, intenzionati ad una possibile fusione, gli avevano offerto la possibilità di sedersi sulla panchina di questa nuova forte realtà locale, che puntava alla Promozione. Il destino, però, ci ha messo lo zampino. Tanti amici lo hanno pianto accompagnandolo nell'ultimo viaggio terreno. Tante magliette presenti nel corteo funebre per ricordare la sua passione per il calcio e per la Cavese.
Fonte: Il Portico
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