Tu sei qui: CronacaAddio al test d'accesso a Medicina, la proposta al vaglio della Commissione cultura e istruzione
Inserito da (Maria Abate), lunedì 25 novembre 2019 10:36:30
Ogni anno sono quasi 70mila i candidati che si presentano al test di Medicina, ma solo 10mila circa riescono ad accedere al corso di laurea. A questi, come ricorda il Messaggero, si aggiungono i ricorrenti a cui i tribunali hanno dato ragione di volta in volta.
La proposta di rimuovere il test di ammissione per le facoltà di Medicina e Odontoiatria e riformare il meccanismo di ammissione prende vigore dall'analisi economica dei ricorsi. Negli ultimi 5 anni, infatti, sono stati circa 20mila gli ingressi per ricorso non previsti nei fondi di finanziamento degli atenei, con la spesa aggiuntiva di mezzo miliardo di euro. Adesso, la proposta è al vaglio della Commissione cultura e istruzione della Camera dei deputati, giunta alla VII Commissione.
Ma ecco le novità. Già dalla scuola superiore si inizierà con l'orientamento che dovrà essere potenziato già a partire dal terzo anno con corsi online gratuiti e prove di autovalutazione.
«Dopo un corso di 100 ore e l'ottenimento dell'attestato di partecipazione attraverso dei moduli di autovalutazione, lo studente accede al primo anno di medicina - ha spiegato Manuel Tuzi, deputato 5 Stelle e relatore della riforma in Commissione -. Un anno di lezioni teoriche, per evitare il sovraffollamento dei laboratori che non potrebbero reggere un elevato numero di studenti, tutte di area medica che terminerà con un test di accesso al secondo anno».
Il primo anno, dunque, sarà comune per tutte le facoltà di Medicina, Odontoiatria, Chimica e tecnologie farmaceutiche, Farmacia, Biologia e Biotecnologia. Poi, al secondo anno, la scrematura attraverso il raggiungimento di un numero minimo di crediti agli esami e tramite un test definito "a soglia": chi ottiene un voto minimo entra con certezza in una delle facoltà, il primo classificato accede invece alla facoltà indicata come prima scelta, per poi andare a scalare.
Cambiamenti anche alle specializzazioni. «Prevediamo due o tre test di accesso all'anno - ha continuato il pentastellato Tuzi - rispetto alla data unica attuale che provoca un'attesa di circa un anno. Gli ultimi due anni della specializzazione diventano ibridi: con contratti di formazione/lavoro a carico delle Regioni, con maggiori diritti e tutele per il lavoro degli specializzandi, mantenuta sempre sotto la supervisione del tutor. I fondi risparmiati dal ministero andranno a finanziare nuove e ulteriori borse».
Fonte: Positano Notizie
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