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Allarme Coldiretti: furti limoni Costa d'Amalfi in aumento. Da Consorzio IGP: «Non ci risultano denunce rilevanti»

Inserito da (admin), domenica 10 marzo 2019 10:53:26

Anche il limone della Costa d'Amalfi nel mirino della malavita organizzata: i clan della camorra salernitana, infatti, starebbero sottraendo interi raccolti alle aziende produttrici locali, provocando danni enormi all'economia del territorio.

È la fotografia scattata da Eurispes, Coldiretti e Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare" nel sesto rapporto sulle Agromafie. Secondo le stime di Coldiretti, già nel 2016 circa 100 quintali di limoni sarebbero stati sottratti ai produttori in particolare nel periodo estivo, dove un chilo di limoni della Costa d'Amalfi può arrivare a costare più di 5 euro. Nel salernitano anche il comparto dell'olio extravergine d'oliva sarebbe sotto attacco, con razzie ormai frequenti "e all'ordine del giorno" in rimesse e cantine.

Eurispes e Coldiretti ricordano anche che "se fino ad alcuni anni fa il fenomeno dei furti nelle campagne era circoscritto a Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna", le regioni in cui "storicamente le organizzazioni malavitose perpetravano la loro azione ai danni dell'agricoltura", oggi è tutto il territorio agricolo nazionale a vivere un'escalation di criminalità e a cadere vittime dei furti sono tutti gli agricoltori, dal Nord al Sud del Paese. In Piemonte, ad esempio, l'emergenza riguarda soprattutto le nocciole delle Langhe e dell'Astigiano mentre la Liguria è stata vittima di furti e la Puglia, dove gli agricoltori denunciano razzie di olive, mandorle e uva anche a scopo intimidatorio.

 

«Sul nostro territorio della Costa d'Amalfi non risultano denunce di furti rilevanti di prodotto limone Costa d'Amalfi IGP nell'ultimo triennio - rassicura il presidente del Consorzio di Tutela del Limone Costa d'Amalfi IGP Angelo Amato in una nota trasmessa alla nostra Redazione - sporte da imprenditori agricoli del settore e soci, su cui il Consorzio con il proprio agente vigilatore unitamente ai circuiti dell'ICQRF di Napoli, al Nucleo Antifrode di Salerno, e alle Stazioni Carabinieri presenti sul territorio, stanno effettuando un controllo capillare e vigilando sulle frodi relative al nostro Limone Costa d'Amalfi IGP.

Nella sua dettagliata relazione il presidente Amato specifica: «Abbiamo, però, constatato che negli ultimi mesi false dichiarazioni e illazioni gratuite stanno circolando sul nostro prodotto d'eccellenza. Proprio queste ci inducono a ribadire che, per fortuna, nelle nostre zone il fenomeno malavitoso non esiste, anzi l'intero territorio è tenuto sotto controllo proprio grazie alla tracciabilità del nostro prodotto che avviene attraverso il sistema di controllo presente sul territorio, ovvero l'Agroqualità. Detto Organismo, di nomina ministeriale, si adopera per vigilare e controllare il prodotto attraverso un protocollo d'intesa sottoscritto con il Consorzio di Tutela, nel quale è previsto un piano dettagliato di controlli alle aziende agricole iscritte nel circuito della tracciabilità, la cui filiera parte dal produttore, arriva al confezionatore e al trasformatore, per poi entrare nella distribuzione finale che lo porta fin sulle tavole del consumatore. L'Agroqualità comunica annualmente al Consorzio sia i dati delle aziende agricole iscritte che quelli delle aziende di non soci, che fanno richiesta di ingresso nel circuito dei controlli e queste iscrizioni risultano sempre più numerose nel corso degli ultimi anni, grazie al nostro lavoro di persuasione alle attività di controllo. Tuttavia c'è da segnalare che su tutto il nostro territorio della Costa d'Amalfi ci sono ancora un 30% - 40% di aziende agricole e piccoli appezzamenti che si rifiutano di entrare nel circuito dei controlli e molto spesso vendono a nero il prodotto non tracciato a speculatori occasionali del settore e, quindi, per tale motivo vendendoli a piccoli quantitativi giornalieri, detto prodotto immesso sul mercato, non è di facile identificazione e intercettazione per cui diventa difficile intervenire per reprimere detto fenomeno, che offende e penalizza chi commercializza il prodotto onestamente, certificandolo e dichiarando i propri guadagni. Con molta probabilità, proprio da tale situazione, sono partite queste illazioni volte a sfruttare la scia dei fenomeni malavitosi presenti in altre parti d'Italia, ma non sul nostro territorio, dove non hanno mai attecchito, almeno fino ad oggi, sia per la particolare orografia del territorio, sia per la difficoltà del trasporto di grandi quantitativi che sarebbero immediatamente visibili sulle poche vie di accesso.

Il Consorzio di Tutela Limone Costa d'Amalfi IGP, che annovera tra i suoi iscritti circa 300 soci, proprio nell'ultima Assemblea Ordinaria tenutasi lo scorso 27 febbraio ha sottolineato la necessità di voler incidere maggiormente sull'azione di vigilanza e controllo, affidando ad un nuovo agente vigilatore la tutela del prodotto Limone, avendo intenzione di impiegare maggiori risorse economiche per l'anno in corso, perché è convinto che solo con un'azione sinergica tra tutte le forze istituzionali e pubbliche di repressione frodi, si può arginare il fenomeno del sommerso e del lavoro nero».

Fonte: Il Vescovado

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