Casa a rischio per circa 150 residenti dei prefabbricati. L'allarme, lanciato dal neo presidente del Comitato per la Casa, Nicola Ronga, dal sindacalista della Cisl, Armando Milone, e dal neo consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Salvatore Avella, riguarda quanti superano il limite di reddito convenzionale di circa 12mila euro annui, imposto dalla legge regionale per l'accesso ai 384 alloggi di edilizia residenziale pubblica da realizzare al posto dei container.

«Abbiamo chiesto un incontro agli assessori regionali competenti ed ai rappresentanti del territorio - afferma Ronga - perché si modifichi finalmente il tetto di reddito, fermo ai tempi della lira e che non ha più corrispondenza nella vita reale, così come già fatto da altre Amministrazioni regionali». Tempi stretti per un'eventuale modifica: ad ottobre dovrebbe essere emanato il bando per l'assegnazione definitiva delle abitazioni.

La soluzione potrebbe essere l'applicazione del cosiddetto "reddito di decadenza", che permetterebbe un innalzamento del 75% del reddito convenzionale, portandolo a circa 21mila euro. Molti cittadini, però, chiedono che il bando sia aperto a chiunque, senza corsie preferenziali. «I diritti sono uguali per tutti - afferma Luigi Cannavacciuolo - la casa oggi è il bene fondamentale per una famiglia e ci devono essere pari opportunità. Chi ha stesso reddito e condizioni di chi abita nei container, ma paga un fitto da capogiro per due stanze, non può essere penalizzato solo perché non abita in un prefabbricato».