Tu sei qui: CronacaAmalfi, Il Mattino:«Il Tribunale boccia l'ex tecnico comunale»
Inserito da (redazionelda), giovedì 28 maggio 2015 10:26:31
Per la seconda volta il tribunale del lavoro dà ragione al comune di Amalfi nella vertenza avviata dall'ex capo dell'ufficio tecnico contro il provvedimento del commissario prefettizio che annullò il decreto sindacale a cui era legato l'incarico del professionista. A darne notizia, in maniera dettagliata, il quotidiano Il Mattino in edicola stamani in un articolo a firma di Mario Amodio.
A distanza di due mesi esatti dalla sentenza del giudice monocratico, il collegio giudicante ha rigettato il ricorso dell'ingegnere Aristide Marini contro le precedente determinazione del giudice di prime cure.
Il collegio, composto da Nicola De Marco (presidente), Ippolita Laudati (giudice) e Diego Cavaliero (giudice e relatore), ha ritenuto che il reclamo non fosse "suscettibile di accoglimento" per effetto della corretta interpretazione dell'articolo 110 del testo unico degli enti locali secondo cui "lo statuto può prevedere che la copertura dei posti di responsabili di servizi o degli uffici, di qualifiche dirigenziali o di alta specializzazione, possa avvenire mediante contratto a tempo determinato".
I giudici, che hanno confermato la decisione contenuta nel precedente dispositivo, hanno inoltre richiamato nella sentenza un altro passaggio della normativa che per il conferimento di incarichi a contratto impone lo svolgimento di una selezione pubblica "volta ad accettare in capo ai soggetti interessati, il possesso di comprovata esperienza pluriennale e specifica professionalità nelle materie oggetto dell'incarico".
Secondo i giudici l'interpretazione letterale della norma in questione evidenzia come presupposto il conferimento della tipologia dell'incarico, poi revocato all'ingegnare Marini dal commissario prefettizio con decreto del 30 dicembre 2014, proprio l'espletamento della selezione pubblica, considerato un "presupposto di legittimità del conferimento dell'incarico".
A ciò, inoltre, si va ad aggiungere secondo il collegio giudicante, il venir meno del mandato del sindaco che "ha determinato la cessazione degli incarichi dallo stesso conferiti, posto che la risoluzione del contratto è espressamente prevista per la cessazione del mandato sindacale, indipendentemente dalle cause che lo hanno determinato". Con queste motivazioni i giudici hanno così rigettato il ricorso, confermando l'ordinanza del 26 marzo scorso, e disponendo a carico del reclamante le spese legali quantificate in 2295 euro al netto degli oneri fiscali e contributivi. Contro il ricorso, così come accaduto a marzo, si è costituito anche il Comune di Amalfi.
Fonte: Il Vescovado
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