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Cronaca

Appalti truccati, l'inchiesta arriva nel Salernitano

Inserito da (admin), giovedì 30 settembre 2004 00:00:00

Nelle prossime ore nelle mani degli investigatori potrebbero arrivare le carte di appalti truccati vinti dal "cartello" vesuviano in altri Comuni del Salernitano. E l'inchiesta potrebbe varcare il confine dell'Agro o della cintura vesuviana, dove operava il "cartello" di imprenditori legato a Silverio Formisano, finito in carcere con l'accusa di essere al vertice di una cupola che truccava gli appalti nei Comuni. Perché il "cartello" da lui - secondo l'accusa - ideato e promosso e, soprattutto, fatto vivere, avrebbe vinto, o contribuito a far vincere, numerose gare di appalto in altri Comuni del Salernitano, oltre che a Scafati ed Angri. È da leggersi così l'affermazione decisa e perentoria del pm Roberto Lenza: «Mi sono convinto che molti appalti pubblici sono irregolari». L'affermazione così perentoria, ma anche così indistinta dal punto di vista geografico, andrebbe letta solo con la dovuta riservatezza inquisitoria su alcune carte ancora al vaglio degli investigatori della Guardia di Finanza. Dove ci siano state le irregolarità e dove si stia indagando è ancora sotto segreto. Né il procuratore della Repubblica Domenico Romano valica il confine della pacata determinazione per spiegare le prossime mosse investigative. Fatto è che i nomi e cognomi delle imprese coinvolte nell'inchiesta di Nocera Inferiore (era uno stralcio della Procura di Torre Annunziata chiuso in 8 mesi di indagine dal pm Lenza) compaiono negli oggetti di decine di determine (così si chiamano gli atti amministrativi assunti dai responsabili dei servizi comunali) con le quali sono state assegnate gare di appalto per manutenzione della pubblica illuminazione, manutenzione strade, costruzioni cimiteriali. Al punto dell'inchiesta di Nocera Inferiore, con il meccanismo scoperto, gli inquirenti non ritengono affatto che la trovata dell'algoritmo vincente, nelle gare pilotate, sia stata utilizzata solo per uno sparuto gruppi di Comuni del Vesuviano e dell'Agro. «Ma sì, stavamo insieme, ma mica per fare le offerte pilotate. Ci volevamo consultare...». Ieri prima giornata di interrogatori, quelli di garanzia. Arrivano le prime ammissioni nell'inchiesta sugli appalti truccati con il blitz della Finanza ordinato dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore: 18 arresti, un imprenditore di Scafati in carcere, Silverio Formisano, e gli altri agli arresti domiciliari. E poi, una raffica di sospensioni dell'attività imprenditoriale per 2 mesi, oltre che 24 imprese sequestrate e decine di indagati. Molti decidono di avvalersi della facoltà di non rispondere, ma quelli che parlano vorrebbero difendersi dall'accusa di associazione a delinquere con il ricorso alla formula tecnica e lecita dell'associazione temporanea d'imprese. Quella che faceva capo a Silverio Formisario era, secondo l'accusa del Gip Furio Cioffi, un'associazione a delinquere finalizzata alla turbativa delle aste pubbliche. Qualcun altro prova a disegnare una strategia difensiva ricorrendo ad una presunta associazione temporanea d'impresa. Sarebbe stata proprio questa linea difensiva a "consigliare" una strategia per il sottufficiale dei Carabinieri agli arresti domiciliari, Francesco Mirante, in servizio a Napoli e sospeso dal servizio, che era il titolare di fatto dell'impresa intestata alla moglie Gerarda Pescina. «Ma sì, stavamo insieme come associazione temporanea d'impresa», avrebbe detto il sottufficiale agli arresti domiciliari per associazione sì, ma a delinquere.

I nomi dei salernitani coinvolti

Oltre a Silverio Formisano di Scafati, finito in carcere, altri imprenditori, tutti residenti a Scafati, sono finiti agli arresti domiciliari: Marianna Formisano, figlia di Silverio, Giovanni Besco, Alfonso Vigliotti e Giuseppe Mari. Nell'inchiesta sono finiti come indagati anche Bruno Pagano di Scafati, assicuratore, Mario Aliberti di Montecorvino Rovella, Ferdinando Bolino, Vittorio De Rosa di Roccadaspide, Francesco Paolo Grimaldi di Cava de'Tirreni, Ciro Sgambati, residente a Salerno, Daniele Visco di Prignano Cilento, legale rappresentante della "Visco S.n.c.".

Fonte: Il Portico

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