Non è emerso nessun nesso tra il vaccino ricevuto e il decesso di Vincenzo Russo, il collaboratore scolastico di 58 anni, originario di Afragola (Napoli), deceduto il 10 marzo scorso alla clinica Villa dei Fiori di Acerra quattro giorni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca presso l'ospedale di Giugliano.

Una morte che, insieme agli altri decessi avvenuti in Sicilia, aveva fatto decidere al governatore Vincenzo De Luca di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca a docenti e Forze dell'Ordine. Ma poi aveva ritrattato. E ci ha pensato l'Italia a sospenderne l'utilizzo, ieri, «in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell'Ema».

Nel frattempo, però, l'autopsia effettuata al Secondo Policlinico di Napoli sul bidello dell'istituto Viviani di Casalnuovo non ha rivelato evidenze tra la dose del vaccino e la morte. Poco prima della morte Russo, hanno spiegato i sanitari, aveva un valore molto alto di globuli bianchi, sebbene non fossero state trovate infezioni in atto. Dopo la denuncia della famiglia, sulla vicenda sono in corso le indagini della procura di Nola con i medici che hanno predisposto la prosecuzione di una serie di esami, a partire da quello istologico.

«Chi ha fatto già il vaccino AstraZeneca non ha ragione di essere preoccupato, questa è una pausa solo precauzionale. I vaccini sono e restano l'arma fondamentale con cui uscire da questi mesi difficili», ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza per tranquillizzare la popolazione preoccupata.

«Siamo fiduciosi che possano emergere tutti gli elementi di rassicurazione per consentirci di riprendere la vaccinazione. I vaccini sono e restano l'arma fondamentale con cui uscire da questi mesi difficili», ha chiosato il ministro.

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