Tu sei qui: CronacaBlitz al Corso, sequestrati cd e dvd
Inserito da (admin), martedì 2 novembre 2004 00:00:00
1.500 compact disc, più di 200 dvd contraffatti ed una ventina di videocassette. Questo il bilancio del blitz messo a segno sabato sera dagli agenti della Polizia Municipale lungo i portici di Corso Umberto I. L'operazione, che rientra in un più vasto programma di controllo per reprimere il fenomeno della vendita di merce contraffatta, in particolare materiale audiovisivo, è partita poco dopo le 19. Stando alla ricostruzione fornita dal Comando di via Prolungamento Marconi, il comandante Ferrara aveva organizzato il blitz prevedendo l'impiego di ben 4 pattuglie. Secondo un piano studiato a tavolino, le auto di servizio si sono sistemate nei punti di fuga del Corso Umberto I: a Piazza San Francesco e Corso Mazzini, a Piazza Roma e via Principe Amedeo. Mentre gli agenti delle pattuglie sorvegliavano la zona di competenza, pronti ad intervenire per bloccare qualche fuggiasco, i loro colleghi perlustravano il Corso per acciuffare i rivenditori ambulanti, in buona parte extracomunitari, intenti a vendere merce contraffatta. E' stato allora che, accortisi del maxi-blitz, gli ambulanti hanno abbandonato la merce, nella maggior parte dei casi sistemata in grossi borsoni, e si sono dileguati. Con ogni probabilità si sono rifugiati in qualche portone, perché gli agenti fermi ai posti di blocco non sono riusciti a fermarli. Secondo un primo bilancio, gli agenti della Polizia Municipale hanno posto sotto sequestro ben 1.500 compact disc, più di 200 dvd ed una ventina di videocassette, tutto rigorosamente falso. Gli agenti si sono detti particolarmente soddisfatti dell'esito dell'operazione, non solo ai fini repressivi. La linea d'azione adottata dal Comando di Viale Marconi sarebbe un valido deterrente. «Gli ambulanti sono fuggiti - spiegano dal Comando - lasciando la loro merce. In questo modo, non hanno avuto un verbale di sequestro. Eppure, proprio la mancanza di una prova del sequestro può procurare loro dei guai. Non possono provare ai loro fornitori, nella maggior parte dell'hinterland napoletano, di essere stati scoperti. Non possono giustificare la mancanza della merce e l'assenza di guadagni. Per tale motivo, molto difficilmente nei prossimi giorni sceglieranno Cava come piazza per i loro affari».
Fonte: Il Portico
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