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Bonea e S. Lucia, il degrado che avanza

Inserito da (admin), mercoledì 12 ottobre 2005 00:00:00

Degrado ambientale, inquinamento acustico, mancanza di sicurezza. Storie ormai di ordinaria amministrazione nella città definita una volta la Piccola Svizzera, per la salubrità dell'aria ed il rispetto dell'ambiente. Due storie emblematiche: una discarica a cielo aperto che deturpa il vallone Bonea, la mancanza di sicurezza nella nuova zona industriale. L'Arpac di Salerno, dopo un sopralluogo effettuato agli inizi del 2005, denunciava la presenza di rifiuti abbandonati non pericolosi in un impluvio naturale lungo la strada Cava-Dragonea e chiedeva un intervento del Comune. Di qui l'immediata ordinanza dell'allora sindaco Messina all'Amministrazione provinciale di Salerno di rimuovere i rifiuti e di adottare idonee misure di protezione per evitare che si potessero ripetere abbandoni indiscriminati di rifiuti. «L'ordinanza sindacale è stata disattesa», così si legge nella relazione effettuata dall'Ufficio Urbanistica del Comune. Ed ecco la necessità di una reiterazione della stessa. In un sopralluogo effettuato dall'Ufficio Tutela Ambientale diretto dall'ing. Antonino Attanasio, si era potuto riscontrare la presenza di pneumatici, materie plastiche ingombranti, vetri, rifiuti di costruzioni e demolizioni sulla strada provinciale in località Avvocatella, lungo il tratto che dal Santuario conduce a Dragonea, e precisamente nel punto in cui l'arteria sovrappassa il Bonea. Oggi i valloni sono vere e proprie discariche a cielo aperto e quello in cui scorre il Bonea paga un alto prezzo all'assalto dell'uomo. Ed è così lungo le verdi colline della Vallata metelliana e nei valloni della parte sia orientale che occidentale della città. Se poi allo spettacolo che offrono i valloni si aggiungono i miasmi della Cavaiola e del San Francesco, che costeggiano la Statale 18, il primo in direzione Nocera-Sarno, il secondo in direzione Molina, dove si ricongiunge con il Bonea e sfocia a mare a Vietri, ci si rende conto del degrado. A nulla sono valsi gli appelli, gli interventi delle associazioni ambientalistiche e le stesse ordinanze, come si può evincere (ultima in ordine di tempo) da quella fatta dal sindaco Messina nel mese di marzo e rimasta lettera morta. Altrettanto grave, per motivi diversi, la situazione in via Arti e Mestieri, a Santa Lucia. I residenti protestano per il traffico pesante e la mancanza di sicurezza. «Quando è stata costruita questa strada - afferma Claudio Fanciullo - non vi erano tutti questi insediamenti industriali, ma ora, con il passaggio dei mezzi pesanti, le abitazioni vibrano, la strada è ridotta ad un colabrodo e, soprattutto, manca qualsiasi sicurezza». Proprio nei mesi scorsi si è verificato un incidente mortale. Una convivenza difficile tra abitazioni, campi coltivati e fabbriche, con l'aggravante dell'attraversamento aereo dei cavi dell'alta tensione e la vicinanza della fogna a cielo aperto della Cavaiola. Tutte congiunture negative, che allarmano i residenti. Una concentrazione di condizioni non positive rispetto alle quali finora, malgrado appelli, sollecitazioni e proteste dei residenti, non si è tentata una soluzione. «Ci rendiamo conto che l'errore è stato fatto quando si è pensato che potessero coniugarsi residenze ed industrie, ma che almeno si preoccupino di attutire i danni arrecati a tutti noi», conclude Claudio Fanciullo a nome di tutti i residenti.

Fonte: Il Portico

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