Tu sei qui: CronacaCampilongo: "Un esempio di umanità e correttezza"
Inserito da (admin), venerdì 21 aprile 2006 00:00:00
Campilongo ha gli occhi lucidi, piange più volte durante la messa per Mari. Partecipa al rito religioso, con a fianco la figlia e la moglie. Per lui Catello era più di un semplice calciatore, lo aveva portato con sé, lo aveva fatto crescere, era il suo vero pupillo. «Catello sarà sempre con me e con tutti quanti noi che gli vogliamo bene, dobbiamo onorarlo con il suo esempio per sempre, in campo e fuori. Le parole di papà Giuseppe sono state veramente toccanti per me, lo ringrazio infinitamente. Se vuole, farà sempre il mio dirigente accompagnatore, ovunque vada, in qualsiasi squadra. Se resto a Cava, lo farà qui con me».
L'allenatore è l'unico a dire qualcosa, i suoi compagni sono fermi lì a piangere: Mancinelli, il portierone; Alfano, il gladiatore del centrocampo; Tatomir, il capitano; i più giovani, i più anziani, i vecchi ed i nuovi arrivati. La squadra è lì a piangere il compagno di mille battaglie, il trascinatore, la bandiera della Cavese. Piangono tutti, piange il direttore sportivo Dionisio. Prima della messa hanno giocato una partitella a ranghi misti, giusto per fare un po' di movimento, ed in mezzo a loro ha giocato anche il fratello di Mari, Angelo.
Rosario Virno, dirigente della Cavese, ha letto un lungo messaggio, a nome della società: «Grande Catello, ci hai fatto passare dalla gioia alla disperazione, al dramma, ci hai lasciato addosso il sudore della tua maglia, hai trascinato tutti quanti noi con il tuo entusiasmo nella festa per la serie C1. Poi ha festeggiato tutta la sera con i tifosi della Cavese ed è stato quello il tuo ultimo sorriso. Volevi concludere la festa e trascorrere la Pasqua con i tuoi familiari, ma un tragico incidente ha cambiato la vita dei tuoi cari e di tutti quanti noi. Resterai per sempre nella storia della nostra amata Cavese. Ci hai lasciato un messaggio che va oltre l'aspetto sportivo, ci hai insegnato il rispetto tra tifoserie rivali ed è stata questa la tua ultima grande vittoria. Questi tifosi si batteranno sempre per i tuoi valori». Giù un lunghissimo applauso. Poi la conclusione: «Sarei sempre uno di noi, il Signore ha voluto portarti nella casa del Padre. Siamo nell'anno dei mondiali e forse si giocheranno anche lassù. Forse il Signore aveva bisogno di te per arrivare alla vittoria. Ciao Catello».
Fonte: Il Portico
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