Tu sei qui: CronacaCarabinieri del NOE tornano in Costiera: sequestrati impianti acque reflue anche a Ravello, Atrani e Cetara
Inserito da (Redazione), lunedì 2 maggio 2016 12:46:21
(ANTEPRIMA) Come previsto, dopo il sequestro degli impianti di trattamento delle acque reflue dei comuni di Amalfi, Praiano e Maiori, i Carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico), coordinati dal capitano Giuseppe Ambrosone, questa mattina sono tornati in Costiera per apporre i sigilli agli impianti di Ravello, Atrani e Cetara. Con i Carabinieri anche gli uomini della Capitaneria di porto di Amalfi coordinati dal comandante Antonino Giannetto.
In particolare, i provvedimenti hanno ad oggetto i tre impianti del Comune di Ravello siti in località Sambuco, Cigliano e Marmorata, i due impianti di Atrani ubicati in Piazzale Marinella e Via Dei Dogi, nonché l'impianto di Cetara in località Porto.
Le indagini e le analisi finora eseguite hanno consentito di accertare che le vasche di decantazione (non classificabili come depuratori) dei comuni costieri sversano i reflui urbani in mare senza operare una effettiva depurazione, così immettendo nelle acque sostanze (escherichia, coli, soldi sospesi, bod, azoto, ammoniacale ecc.) in concentrazione superiore rispetto ai limiti tabellari statuiti dal Testo Unico Ambientale e delle altre normative che disciplinano la qualità delle acque.
Tutti gli "impianti" sequestrati sono privi di autorizzazione per lo scarico dei reflui in mare. La loro inefficienza ha determinato il conseguente deturpamento delle acque antistanti i Comuni di Ravello, Minori, Atrani e Cetara chiaramente percepibile per la formazione di schiuma in superficie e per la presenza di ampie chiazze marroni oltre all'emanazione di odori molesti, situazioni queste più volte denunciate dai cittadini.
Sono 16 in tutto le persone indagate per danneggiamento di beni pubblici, getto di cose idonee a molestare persone, deturpamento di bellezze naturali e deposito incontrollato dei rifiuti quest'ultimo con riferimento all'impianto di Ravello sito in località Cigliano.
A carico dei pubblici amministratori (con in testa i tre sindaci dei rispettivi comuni) è stato contestato anche il delitto di omissione di atti di ufficio per aver violato gli obblighi normativi e funzionali connessi alle loro cariche e per aver omesso di attivarsi al fine di assicurare il trattamento dei reflui fognari. Per i gestori degli impianti è stato contestato anche il delitto di frode in pubbliche forniture per aver omesso di assicurare i lavori di manutenzione alle reti idriche e fognarie.
Anche questa operazione rientra nell'ambito della stessa attività della Procura della Repubblica mirata ad accertare le fonti di inquinamento delle acque superficiali interne e del mare. Nelle scorse settimane i sigilli erano scattati anche ai sistemi di depurazione di Albanella, Palomonte e Contursi Terme.
Fonte: Cetara News
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