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Cronaca

Centro Antiviolenza Costa d’Amalfi: da Minori, Tramonti e Scala le donne che chiedono aiuto

Inserito da (redazionelda), lunedì 23 aprile 2018 15:27:39

Il Centro Antiviolenza di Minori (CAV), realizzato dal Piano di Zona Ambito S2 nell'ambito del progetto "Donne in rete contro la violenza", con sede a Minori, gestito dall'associazione CIF (Centro Italiano Femminile) rende noti i risultati svolti. A due anni dall'avvio emerge un interessante resoconto sulle attività realizzate dall'equipe di lavoro, costituita da una sociologa coordinatrice, due assistenti sociali, una psicologa e una consulente legale.

Nell'ultimo anno sono state 13 le donne rivoltesi allo sportello di Minori coordinato dalla dottoressa Maria Pia Siani: il 38,4% per iniziativa personale, il 61,5% per segnalazione dei servizi pubblici o privati presenti sul territorio.

Dai dati comunicatici emerge che il numero delle donne che per la prima volta hanno contattato il servizio ha confermato come il fenomeno della violenza sulle donne sia radicato nel territorio e nella cultura.

Delle donne accolte il 38,4% risiedeva a Minori, il 23% a Tramonti, il 15,3% a Scala e il 7,6% rispettivamente ad Amalfi, Ravello e Maiori.

La maggioranza di esse si sono collocate fra i 30 e i 49 anni (76,9%), cioè nella fascia intermedia di età. Di qui la nulla rappresentazione delle donne giovani, al di sotto dei 30 anni e la sotto rappresentazione delle donne adulte, dai cinquant'anni in su (23%).

Il 46,1% era coniugata; il 38,4% separata; solo il 15,3% nubile. Il 69,1% delle donne accolte possedeva un'istruzione media-superiore.

 

La possibilità di autonomia economica attraverso il lavoro è una componente sostanziale dei percorsi di uscita dalla violenza. I dati raccolti hanno mostrato che solo il 38,4% era occupata; del restante 61,4%, il 46,1% non erano occupate e il 15,3% lavorava in modo saltuario.

La maggior parte delle donne accolte non avendo un reddito proprio fisso ha scelto di convivere (38,4%).

Il 54,5% delle donne che si sono rivolte al servizio aveva subito un tipo di violenza psicologica, il 18,1% un tipo di violenza economica, il 13,6% un tipo di violenza fisica o aveva vissuto episodi di stalking.

Da non trascurare che il 95,4% delle donne accolte possedeva figli, per lo più minori, che avevano assistito alla violenza direttamente, indirettamente e/o ne percepivano gli effetti.

Il 54% delle donne ha sporto denuncia nei confronti del proprio aggressore; il restante ha deciso di non farlo; il 7,6% l'ha invece ritirata.

I reati compiuti ai danni delle donne sono stati principalmente commessi all'interno delle mura domestiche da uomini con i quali esse avevano instaurato un legame.

Sono stati partner (61,3%) ed ex partner (38,6%). La percentuale elevata delle donne che hanno riferito delle violenze subite dagli ex partner è indicativa, ciò significa che la fine della relazione non implica inevitabilmente la fine della violenza, ma spesso l'inizio di nuove forme di violenze come vere e proprie persecuzioni.

Gli aggressori avevano un'età compresa prevalentemente tra i 40 e i 59 anni (76,9%), possedevano un'istruzione media- superiore (61,5%) e un'occupazione stabile (69,2%).

Il CAV rientra nel progetto "Donne in rete contro la violenza" approvato e finanziato dalla Regione Campania con D.D. n. 66 del 16.10.2014 e D.D. n. 173 del 21.10.2016: il servizio, di titolarità del, è gestito dall'associazione CIF - Centro Femminile Italiano - sez. comunale di Minori dal mese di novembre 2015.

Nel periodo di riferimento il Centro Antiviolenza di Minori è stato un luogo capace di mettere a disposizione in modo gratuito risposte e aiuti alle donne, sole o con figli, che avevano subito maltrattamenti e violenze.

L'equipe di lavoro ha garantito accoglienza telefonica e/o diretta il lunedì e il venerdì dalle 10 alle 12 e il mercoledì dalle 16 e 30 alle 18 e 30.

L'attività di accoglienza si è rilevata sempre indispensabile in quanto ha costituito un passaggio cruciale per comprendere e instaurare una relazione di fiducia con le donne che sono arrivate al servizio.

Sono stati forniti servizi di informazione, ascolto, orientamento e accompagnamento al lavoro.

E' stata altresì assicurata la possibilità di consolidare e approfondire il rapporto attraverso incontri di vero e proprio counseling sociale, psicologico e legale.

L'equipe di lavoro ha garantito costantemente riservatezza e anonimato; si è attivata solo su richiesta delle donne interessate; ha rispettato le donne e le loro scelte.

Gli obiettivi perseguiti sono sempre stati quelli di prevenire, contrastare, contenere e ridurre il fenomeno del maltrattamento e della violenza sulle donne e sui minori; intervenire in maniera tempestiva ed efficace nelle situazioni di violenza in atto; e, specificamente, rafforzare l'identità femminile attraverso la costruzione di un progetto personalizzato che affrontasse aspetti pratici, organizzativi, legali e psicologici.

Fonte: Il Vescovado

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