Aveva dichiarato di essere vittima di abusi sessuali sin dalla più tenera età, di essere stata stuprata e filmata dai suoi genitori, dal fratello e dal vicino di casa con il "beneplacito" di quasi tutto il paese che, secondo la tesi della Procura, avrebbe beneficiato di quei filmini pedopornografici. Le rivelazioni dell'allora 14enne culminarono in una mega inchiesta che coinvolse una ventina di indagati e, nel gennaio 2010, portò all'esecuzione di tre misure cautelari.

Ma, dopo sei anni, quella che il procuratore dell'epoca Franco Roberti definì una vicenda «allucinante» è stata archiviata. «Per insufficienza probatoria degli elementi raccolti», infatti, i pm titolari dell'indagine, Cristina Giusti e Valleverdina Cassaniello, hanno chiesto e ottenuto dal gip l'archiviazione del caso per il quale non ci sono stati nemmeno rinvii a giudizio. Nel frattempo il padre e il fratello della presunta vittima sono tornati in libertà, dopo nove mesi di carcere e con la fama di "mostri" ormai consolidata. E l'avvocato difensore, Antonio Bruno, ha chiesto per i suoi clienti un risarcimento di oltre 516mila euro pro capite, perché gli imputati «sono stati scarcerati col fisico ma non, certamente, con l'anima che resterà per tutta la vita segnata ed incatenata da questa indescrivibile vicenda giudiziaria». Il caso, all'epoca, destò non poco clamore sporcando inevitabilmente l'immagine di Cetara che fini' nella gogna mediatica col suo "mostro".