Tu sei qui: Cronaca‘Città turistica? Un bluff, non ci sono più eventi'
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 10 giugno 2002 00:00:00
Cavaestate 2002 ancora non c'è: il programma delle manifestazioni estive, affidato, in mancanza dell'assessore Annamaria Armenante, alla dirigente Annalisa Martinoli, non è ancora pronto. In corso il totocontributo, con danza sui carboni ardenti degli organizzatori dei vari eventi. Un segnale negativo per la tanto sbandierata città turistica. «Per poter vendere Cava - afferma Andrea Manzo, tour operator - abbiamo bisogno di certezze. Al massimo entro febbraio dovrebbe essere pronto un programma di eventi. Ma, soprattutto, bisogna attrezzare la città: negozi aperti fino a tardi (vedi Sorrento); offerta d'accoglienza adeguata; valorizzazione delle bellezze architettoniche e naturalistiche. Allo stato, difficilmente possiamo organizzare anche delle semplici visite alla città». «Siamo disposti a stare aperti fino a tardi - dichiara Luigi Trotta (nella foto al centro), presidente dell'Ascom - ma bisogna creare le condizioni. Sono deluso ed amareggiato. Mi aspettavo maggior incisività dall'azione amministrativa. Vedo molta disponibilità formale, ma poca sostanza». «Per far diventare Cava una città turistica - gli fa eco Aldo Trezza, presidente della Confesercenti - non basta leggere il libro dei sogni di Messina. Finora non si è neppure intravista un'ipotesi progettuale». Deludente anche la risposta degli imprenditori cavesi. «Sono insoddisfatto. Da loro - dichiara Raffaele Ferraioli (nella foto in basso), presidente del Patto "Costa d'Amalfi" - nessun apporto al contratto di programma sulla riqualificazione del sistema d'accoglienza. Probabilmente, non hanno ancora ben compreso le enormi opportunità per gli operatori del settore». «Il mancato coinvolgimento dell'imprenditoria - ribatte Renato Farano, presidente di Assimpresa - nelle scelte in materia di programmazione allo sviluppo, di cui il turismo è un tassello, comporta i risultati di cui parla il presidente Ferraioli. Tutti gli operatori che fanno capo alla Consulta economica da subito hanno chiesto un incontro con il sindaco per delineare insieme le strategie e gli obiettivi da raggiungere, ma non abbiamo avuto risposta. Se le Istituzioni preferiscono avere solo rapporti con singole imprese è nel loro potere, ma devono assumersi anche le responsabilità di un eventuale fallimento, non generalizzando e trasferendo la loro incapacità sulle categorie imprenditoriali». «Bisogna lavorare - suggerisce Umberto Ferrigno, consigliere incaricato al Turismo - su due fronti: organizzare e mettere in vetrina, nei posti giusti, le nostre credenziali».
Fonte: Il Portico
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