Tu sei qui: Cronaca"Come allodola andosa", sei anime in volo
Inserito da (admin), lunedì 11 giugno 2007 00:00:00
Si svolgerà domani, martedì 12 giugno, alle ore 19.00, presso l'Aula Consiliare di Palazzo di Città, la presentazione del documentario "Come allodola ondosa", ideato e prodotto dall'associazione onlus D'Una. Patrocinato dal Comune di Cava de'Tirreni, il documentario è stato realizzato da Maria Rosaria Mari ed Erminia Pellecchia, in collaborazione con l'Asl Salerno 1 e l'associazione "La Rosa di Gerico". Le protagoniste del mediometraggio sono sei donne: Natalia, Carla, Viola, Ida, Paola e Lola. Sei volti, sei anime in volo, con i loro sogni e crucci, "Come allodole ondose".
Alla presentazione del documentario parteciperanno il Sindaco di Cava, Luigi Gravagnuolo, l'Assessore alla Qualità della Solidarietà Sociale, Michele Coppola, il Consigliere Comunale alle Pari Opportunità, Assia Landi, il Direttore Generale dell'Asl Sa 1, Giovanni Russo, Il Presidente dell'associazione D'Una, Ines Mainieri, e Giuseppina Buongiorno, Presidente de "La Rosa di Gerico". Nel corso della serata verrà letta una testimonianza di Lola "Lolita" D'Arienzo.
Le protagoniste
Natalia era sindaco di Leopoli, il primo sindaco donna in Ucraina, ha seguito la stessa sorte delle sue conterranee ed oggi fa la badante.
Carla è musicista e compositrice, si è diplomata in clarinetto al Conservatorio, ma ha scelto il sax per esprimere meglio le sue emozioni.
Viola credeva di essere incapace d'amore, ha cercato così di punirsi distruggendo poco alla volta il suo corpo. Il teatro e la scrittura l'hanno riconciliata con il mondo, ma prima di tutto con se stessa.
Ida da detto no alla professione di avvocato, troppo competitiva, e si è inventata con il marito il mestiere di contadina, rifugiandosi in un casolare abbandonato, senza acqua e senza luce.
Paola cercava un "centro di gravità permanente", l'ha trovato nella fede, trasformandosi da atea cattolica in musulmana-credente.
Lola era una ballerina di successo, la malattia l'ha immobilizzata. Può comunicare solo con gli occhi; detta così le sue poesie alla sorella, dedicate in gran parte ai ragazzini di una scuola di Melito che ha "adottato", per insegnare loro che la fantasia sconfigge il muro del disagio.
Fonte: Il Portico
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