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Complesso di San Giovanni, il sindaco difende le sue scelte

Inserito da Michele Lanzetta (admin), mercoledì 7 settembre 2011 00:00:00

È stato un sindaco Galdi piuttosto “deciso” quello che stamani, mercoledì 7 settembre, si è presentato in sede di conferenza stampa a Palazzo di Città per spiegare le motivazioni della scelta che hanno indotto l’Amministrazione comunale a “votare” per l’alienazione del Complesso Monumentale di San Giovanni Battista e dei locali dell’ex Eca, ubicati al Corso Umberto I.

«Tengo innanzitutto a precisare
- ha esordito Marco Galdi - che il Comune di Cava de’ Tirreni non è un Ente con una grave esposizione debitoria. La somma complessiva della situazione 2010-2011 si aggira intorno ai 23 milioni di euro ed è frutto dei mutui contratti nel tempo dalle Amministrazioni che si sono avvicendate per far fronte ad alcune problematiche».

In questa somma, la sesta parte sarebbe da addebitare al suo Governo. «La nostra Amministrazione - ha precisato il primo cittadino - ha concorso nell’indebitamento per circa 4 milioni di euro, la maggior parte dei quali investiti per l’acquisto dell’area dell’ex Cofima ed altri, circa 480mila euro, per il pagamento alle Ferrovie dello Stato a seguito dell’abbattimento dei ponti del trincerone, i cui lavori di sistemazione saranno conclusi nel giro di pochi mesi».

Ed è proprio sulla decisione di acquistare l’area dell’ex Cofima che si è focalizzata l’attenzione del sindaco Galdi: «Siamo convinti della scelta fatta perché vogliamo garantire a Cava de’ Tirreni un polo ospedaliero di tutto rispetto, che dovrà sorgere in loco. Attualmente abbiamo compiuto il primo passo, quello urbanistico, con la richiesta di conversione della zona ASI. È una grande scommessa, lo sappiamo. Ma se vogliamo puntare a grandi risultati vale la pena farlo e noi ci sentiamo all’altezza di tale scommessa».

Tornando alla decisione di alienare il Complesso Monumentale di San Giovanni Battista ed il 1° piano e 2° piano dell’edificio “ex Eca”, Galdi ha precisato come alla base del provvedimento ci sarebbe una motivazione puramente economica: «Si tratta di una scelta doverosa. Il senso dell’intervento di alienazione è, infatti, quello di tagliare i “fisiologici” 23 milioni di euro di debito comunale, per il tramite del risparmio di più di 1 milione e mezzo di euro annui sull’ammortamento del mutuo. Una soluzione, quest’ultima, che ci permetterà di ridurre del 50% la situazione deficitaria dell’Ente».

Il prezzo d’asta di partenza per la vendita dei beni comunali succitati sarebbe stato provvisoriamente fissato dall’Agenzia del Territorio in 11.773.400 euro (salva successiva rettifica) e la stessa asta dovrebbe avvenire con una procedura al rialzo. Le relative domande di partecipazione, come specificato all’interno del bando pubblicato sul sito del Comune (www.comune.cava-de-tirreni.sa.it), dovranno essere redatte su carta semplice e pervenire al Comune di Cava de’ Tirreni con plico sigillato a mezzo posta, mediante racc. a/r, o consegna diretta all’Ufficio del Protocollo Generale di Palazzo di Città, inderogabilmente ed a pena di esclusione entro le ore 12.00 del 22 settembre 2011. L’asta pubblica, invece, avrà luogo in seduta pubblica il 26 settembre prossimo, alle ore 10.00, presso l’Ufficio Servizio Patrimonio.

Creare nuovi posti di lavoro e rendere vitale una parte importante della città, al momento disusata, tra le altre ragioni esplicitate dal sindaco Galdi sulla definizione della destinazione d’uso del Complesso di San Giovanni. Nella zona potranno sorgere ristoranti, bar, locali di divertimento (con superficie non superiore a 150 metri quadri) o di commercio al dettaglio limitatamente a quelli ubicati al piano terra (sempre con superficie di vendita per ogni attività commerciale non superiore a 150 mq). Ma anche alberghi, pensioni, teatri, cinematografi, uffici pubblici e/o garage. Il “no” assoluto è stato, invece, posto per la realizzazione di centri commerciali o supermercati.

Quanto all’adiacente palestra “Parisi”, l’Amministrazione comunale avrebbe già avviato la procedura per l’acquisizione nei confronti della Regione Campania, legittimo proprietario del fabbricato. Per tale struttura, compresa nella zona E2 (categoria di intervento “Demolizione con ricostruzione”), è prevista la demolizione con ricostruzione parziale. L’acquirente, esercitata la prelazione, ha pertanto la possibilità di effettuare gli interventi descritti nei punti precedenti, nel rispetto della destinazione urbanistica e dell’inserimento ambientale, previa acquisizione dei pareri richiesti per legge.

Da registrare, intanto, in merito la dura presa di posizione da parte dell’opposizione. In una nota stampa a firma di Giuliano Galdo ed Enzo Servalli, il Partito Democratico ed il suo Gruppo Consiliare hanno richiesto al Presidente della Commissione consiliare “Statuto e Regolamenti” «di mettere in rapida discussione la proposta del Partito Democratico di “regolamento per gli istituti di partecipazione democratica e per i referendum”».

Definendo il sindaco Galdi come un «imperterrito immobiliarista», il gruppo di minoranza si è detto disposto ad esercitare tutte le possibilità democratiche in possesso per difendere Cava de’ Tirreni e per rendere, al tempo stesso, il cittadino cavese partecipe e decisore di scelte di fondamentale importanza per la città.

Fonte: Il Portico

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