Anche Cava de' Tirreni ha pagato un prezzo alto, altissimo, durante l'emergenza Coronavirus. Sei le vittime nella città metelliana e tanti i medici e infermieri impegnati nella lotta contro il "nemico invisibile". Tra questi c'è anche Valeria Lamberti, infermiera presso l'ospedale Santa Maria dell'Olmo.

Intervistata a "Il Mattino", Valeria ha raccontato la sua esperienza. Un'esperienza che l'ha segnata profondamente.

«Per me non è un lavoro, ma una professione che svolgo con amore. [... ] In questo lungo periodo c'è stato un episodio che mi ha messo alla prova e fatto capire la gravità del virus. Per giorni ho pianto, come non avevo mai fatto».

«Ero di turno in isolamento - racconta - quando arriva un ragazzo [Angelo Senatore, detto Popof]. Aveva la febbre e i valori della saturazione di ossigeno oscillavano tra il 96 e il 97%, normali. Gli chiedevo quasi insistentemente "Angelo come sta?" e lui mi rispondeva bene ed era quasi stranito dal mio essere persistente».

All'improvviso i valori della saturazione scendono. «Non potrò mai dimenticarlo. Angelo è stato intubato alle 13.27 e alle 14 terminava il mio turno. Il giorno dopo scopro che è stato trasferito a Salerno. Per dieci giorni ho provato in tutti i modi ad informarmi sulle sue condizioni fino a quando mi hanno riferito che non ce l'aveva fatta: in due ore il collasso dei polmoni e la sua dipartita».

Originario del Rione Sala, "Popof", 46enne, di professione imbianchino, era molto conosciuto a Cava de' Tirreni ed era un grandissimo appassionato della Cavese, tanto da seguire tutte le trasferte della sua squadra del cuore. Le sue condizioni sono apparse gravi sin dal ricovero e nei giorni passati. E' stato il sesto cittadino vittima del coronavirus a Cava: la più giovane, appena 46 anni (CLICCA QUI PER APPROFONDIRE).