Tu sei qui: CronacaDe Masi rivela: «Amalfitano voleva 908mila euro, perciò l’abbiamo licenziato»
Inserito da (redazionelda), lunedì 28 settembre 2015 10:31:44
«E' stato Amalfitano ad accelerare i tempi. Il 10 settembre egli mi ha fatto pervenire una lettera in cui poneva un autaut: o la Fondazione gli versava 908.000 euro per presunti diritti maturati negli ultimi anni, o gli firmava un contratto quadriennale con clausola di stabilità». Lo rivela il presidente della Fondazione Ravello Domenico De Masi in una lettera di risposta ai componenti lo staff che alla notizia dell'esonero del segretario generale ne avevano difeso l'operato.
«Ho passato la lettera ad autorevoli giuslavoristi - rivela De Masi - i quali hanno consigliato di licenziare in tronco Amalfitano o di utilizzare la clausola contrattuale che consente a ciascuna della parti di rescindere i rapporti con un mese di preavviso. In data 20 settembre, il Consiglio di Amministrazione, per essere meno drastico, ha scelto all'unanimità questa seconda alternativa».
«Sono stato rieletto presidente della Fondazione il 6 agosto scorso e, se avessi voluto "silurare" Secondo Amalfitano, lo avrei fatto nel primo Consiglio di Amministrazione, che si è svolto il 14 agosto. Ma la scadenza contrattuale della collaborazione con Amalfitano era ancora lontana (31 dicembre) e io non mi ero assolutamente posto il problema» spiega il presidente ai collaboratori firmatari della lettera.
AGGIORNAMENTO del 29.09.2015
Attraverso una nota trasmessa alla nostra redazione, il presidente della Fondazione Ravello, Domenico De Masi, torna sui passaggi salienti che hanno portato alla conclusione anticipata del rapporto di lavoro col segretario generale Secondo Amalfitano allo scopo di fare definitiva chiarezza sull'argomento che in queste ore tiene in molti col fiato sospeso a Ravello. Di seguito la nota integrale.
«Alcuni organi di stampa hanno inteso riportare con forse eccessiva sintesi la mia risposta - unanimemente condivisa dal Consiglio di Indirizzo della Fondazione Ravello - alla lettera aperta del 23 settembre scorso sottoscritta dai dipendenti della Fondazione Ravello, in ordine alle ragioni poste a fondamento della scelta di interrompere il rapporto corrente col Segretario Dr. Amalfitano.
Ritengo perciò necessario chiarire che in una comunicazione datata 10 settembre 2015, il Dr. Amalfitano, dopo avere arbitrariamente stimato e monetizzato l'attività da lui svolta per la Fondazione, inoltrava proposta di stipula di un contratto a tempo indeterminato (blindato da clausola di stabilità quadriennale e integrato dal riconoscimento di compensi extra "ad personam") che andasse a sostituire quello in scadenza al 31 dicembre 2015. Inoltre annoverava espressamente tale sollecitato impegno contrattuale tra le "condizioni" alle quali egli avrebbe rinunziato ai diritti e crediti indicati nel suo (lunare) conteggio.
In ragione della natura altamente fiduciaria del rapporto che negli anni ha legato il Dr. Amalfitano alla Fondazione, tale comunicazione - col suo portato di implicita quanto inequivocabile evocazione di un contenzioso, da attivarsi a fronte della non accettazione della proposta di contratto - non poteva non essere considerata un atto di grave scorrettezza istituzionale, così come decisamente segnalato anche dai pareri tecnico-giuridici immediatamente richiesti e ottenuti.
Il Consiglio di Amministrazione del 20 settembre scorso, rilevato il venire meno delle condizioni per la utile e serena prosecuzione di un rapporto fiduciario la cui cessazione era stata certificata dallo stesso Segretario Amalfitano con l'iniziativa rappresentata dalla nota del 10 settembre, ha ritenuto quindi di esercitare le facoltà contrattualmente riconosciute e rescindere il contratto in scadenza, dando il preavviso previsto contrattualmente. E ciò sebbene l'iniziativa del Segretario - che i giuristi sottoscrittori del parere tecnico avevano qualificato come meritevole di una rescissione ad nutum - avrebbe legittimato la rescissione del contratto con effetto immediato e senza preavviso.
Certo di avere contribuito al definitivo chiarimento della vicenda, Domenico De Masi».
Fonte: Il Vescovado
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