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Cronaca

Elisoccorso, in azione gli angeli dell'emergenza

Inserito da (admin), mercoledì 20 agosto 2003 00:00:00

Lo sguardo del pilota è fisso sulla "check list", che a breve gli consentirà di far decollare l'elicottero. Bianco, altero, sollecito ai comandi, il BK117 di Alidaunia, guidato dal comandante Giuseppe Maurici, è pronto a spiccare un altro volo per la salvezza. Così gli "angeli dell'emergenza" raggiungono ogni giorno il cielo. Ed in quella distesa d'azzurro che tocca a tratti l'infinito, viaggia la speranza. L'equipe dell'elisoccorso 118, in servizio all'aeroporto di Pontecagnano, è pronta a offrirla, in quest'estate torrida che già registra il maggior numero di incidenti. Ad affiancare il "nocchiero" ci sono il medico rianimatore, Camillo Alfinito, l'infermiere Domenico Cioci ed il tecnico, Antonio Gambatesa. Una squadra forte, sintonizzata nei movimenti. Basta uno sguardo per intendersi. Nessuna invidia, né competizioni. Si viaggia in team, consapevoli che il risultato finale è responsabilità di tutti. Dopo la chiamata d'emergenza, lanciata da Maria Rosaria Rondinella, responsabile della Centrale operativa di Napoli, si parte. Dalla terra al cielo il passaggio è breve. L'elicottero vibra leggero, tra i colori ed i profumi di un panorama affascinante, che per un momento riesce a vincere l'ansia. «Quando c'è un'emergenza - afferma il pilota senza distrarsi dall'obiettivo - si ha solo fretta di arrivare. La mente si svuota, conta solo riuscire». Al suo fianco siede il tecnico, vigile al sistema. Dietro, nella cabina attrezzata come una piccola sala di rianimazione, ci sono il medico rianimatore e l'infermiere. In quello spazio esiguo, ma sufficiente per intervenire, sono state salvate fino ad oggi centinaia di persone. Dal soccorso al verricello sulle pareti scoscese del Monte Salesio all'atterraggio sui ghiacciai, dalla corsa disperata con a bordo una mamma che sta per dare alla luce un bebè alla nonnina infartuata portata in salvo in extremis. Durante il viaggio, mentre il destriero alato sorvola distese di mare ed accarezza il verde dei monti, ricordare diventa semplice, naturale. «Non siamo eroi, facciamo solo il nostro lavoro - sottolinea Maurici - ma alcuni interventi ci toccano, restano dentro di noi, come tasselli di un mosaico importante, quello della missione». Schivo al protagonismo, rigoroso custode della privacy, lui è per tutti il "comandante severo". Eppure, ogni volta che è di turno, quasi per destino c'è un bambino da salvare. L'ultimo, di appena 3 mesi, lo ha trasportato domenica scorsa da Battipaglia a Napoli. Il farmacista, per sbaglio, aveva fornito alla madre antidepressivi al posto di antibiotici per la faringite. Episodi incredibili, che tornano alla memoria mentre il volo prosegue, ed anche i cronisti, insoliti ospiti nella "casa della salvezza", entrano in simbiosi con le pareti domestiche, ascoltando a proprio agio il racconto quotidiano dell'emergenza. Che non è mai uguale, ma cronometrato e denso di equilibrio. «Fisico e mentale - commenta l'infermiere Cioci - perché ogni volta è un'esperienza nuova, che richiama quella precedente e ti fa pensare». Domenico fu il primo, il 14 agosto del 2000, a vivere l'esaltante esperienza del riscatto. Il servizio di elisoccorso notturno era appena ripreso, a Napoli, dopo il drammatico episodio di Ischia, che costò la vita a Ludovica, una bambina di 3 mesi. «Quella notte, sempre ad Ischia, fummo chiamati per soccorrere un bambino - ricorda - e quella volta l'intervento riuscì perfettamente. Fu una gioia per noi tutti ed un buon auspicio per il servizio, che con quello diurno è poi andato avanti senza grosse complicazioni». Voli brevi, dove ogni minuto è prezioso e può essere fatale. Ma non sempre, dopo, si può sorridere. Camillo Alfinito, medico rianimatore, racconta quel soccorso al largo di Marina di Camerota, l'anno scorso, nel mese di agosto. Una donna di 40 anni, medico, sub per hobby, annegò durante un'immersione. «A terra facemmo di tutto per salvarla, ma era tardi». Per Camillo, l'esperienza drammatica di un soccorso andato male. Per tutti, dopo la traversata sullo scenario animato di piccole, frenetiche figure, il sottile piacere dell'atterraggio. Dopo aver vibrato le ali, in nome della vita.

UN'ESTATE DI EMERGENZE

50 interventi nei mesi estivi sull'intero territorio provinciale. Tra i più difficili, quello con verricello sul Monte Salesio, a Cava de' Tirreni

Dall'inizio dell'estate 50 interventi sull'intero territorio provinciale. Il doppio dello scorso anno e tutti su sentieri impervi. Tra i più difficili, nel giugno scorso, il primo con verricello, svolto dall'elisoccorso regionale. A salvare sul Monte Salesio, a Cava de' Tirreni, un uomo feritosi ad una gamba, fu la squadra del 118 di Pontecagnano. Alla guida dell'elicottero il comandante Alessio Pannuzzo. Tra i più giovani piloti, ha all'attivo 2.500 ore di volo. Con Giuseppe Maurici ed Antonio Mascia compone la rosa dei piloti in servizio a Pontecagnano. Un intervento tra i più difficili, che riuscì perfettamente con l'ausilio dell'infermiere Domenico Cioci, del medico Augusto Martino e del tecnico Leonardo Augelli. Non tutti sanno che anche l'eliambulanza ha una sirena. Azionata in cielo per gli interventi più difficili, ad esempio sulle autostrade, dove si verificano incidenti ed il velivolo ha bisogno di spazio per atterrare. La stessa equipe, nella primavera scorsa, intervenne su un terribile impatto che costò la vita ad un ristoratore, proprietario del locale "I due fratelli", a Marina di Vietri. Suo fratello riuscì a salvarsi grazie al tempestivo volo con il BK117 di Alidaunia. «Il soccorso in volo - spiega il tecnico Antonio Gambatesa - è tra i più sicuri. Mi è capitato una sola volta, a Vieste, di dover riparare un guasto al motore, poco prima di una chiamata di emergenza». Ma non sempre è così. «La lista dei colleghi scomparsi - riflette il comandante Maurici, ricordando il recente episodio in Valtellina - è lunga ed articolata. Questa volta sembra che una pala abbia toccato, ad una velocità prossima a quella del suono, una parete rocciosa. Ma non conoscendo i fatti, ed essendone interessate la magistratura e l'agenzia per la sicurezza del volo, preferisco astenermi da ogni commento tecnico. Un'altra volta si verificò l'impatto dell'aeromobile contro una montagna, forse a 250 km all'ora. Ed ancora, di notte, un impatto contro i monti, con emergenza in mare aperto, conseguente ammaraggio e perdita sia dell'aeromobile che dell'equipaggio. Il corpo di un povero collega, dopo circa un anno, manca ancora all'appello. Per non parlare degli inconvenienti tecnici, preludio di tragedie...Dunque, onore e profondo rispetto per coloro che in prima persona operano in elisoccorso, ed un pensiero a tutti i nostri colleghi, medici, tecnici e piloti, che volano più in alto di noi stessi».

Fonte: Il Portico

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