Tu sei qui: CronacaFesta di Monte Castello, fervono i preparativi
Inserito da (admin), lunedì 17 maggio 2004 00:00:00
Ritorna la Festa di Castello. La città si appresta a vivere la festa del cuore, che si svolgerà nella seconda decade di giugno, e già si iniziano a vivere le prime emozioni. Sabato sera, con la processione per le vie cittadine della statua di S. Adiutore, patrono di Cava de'Tirreni, è stato alzato il "panno". È l'annuncio della festa che viene. Nella sede dell'Ente di Montecastello, organizzatore della manifestazione, fervono i preparativi. I questuanti, i membri del corteo storico, il consiglio direttivo ed i tantissimi giovani impegnati a preparare quella che è la festa della città. «Con il ritorno dello sparo dei fuochi sulla collinetta di Castello, grazie all'impegno del sindaco Messina e del consiglio direttivo dell'Ente, siamo tutti impegnati per restituire alla festa la sua dignità ed il suo significato religioso e folkloristico», dichiara Rigoletto Maraschino, recentemente riconfermato nella carica di presidente. Montecastello è soprattutto la festa della fede. Essa trova le sue origini in quell'episodio del lontano 1656, quando la città di Cava ed il Regno furono colpiti da una pestilenza che decimò la popolazione e portò ovunque lacrime, dolori, lutto e rovina. Una pia tradizione narra che i parroci dell'Annunziata, dovendo fare la rituale processione del Corpus Domini, deliberarono di portare il Santissimo Sacramento in devoto corteo sul Monte Castello, per benedire di lassù la città e scongiurare il ritorno del pericoloso flagello. Di qui ebbe origine nel 1657 la famosa festa di Castello, entrata ormai nella tradizione e nella storia della città metelliana. Da allora si è sempre ripetuta. Quest'anno si svolgerà nella seconda decade di giugno. Mercoledì 17 la rappresentazione della peste lungo le vie della città, con figuranti scelti tra le varie associazioni e tra il popolo stesso. Giovedì 18, sulle pendici del Castello, la processione dall'Annunziata con la benedizione della città. Sabato 20 la benedizione dei pistoni, la sfilata del corteo storico, la salita al monte e poi il classico sparo dei fuochi, mentre i cavesi saranno tutti riuniti in famiglia, con gli occhi rivolti alla montagna ad ammirare le girandole e la pioggia di colori e fuoco. Il poeta cavese Marco Galdi così in esametri latini cantava: «Così in giochi e trastulli passa il memorabile giorno, ma poi il cuore nel silenzio sospira e piange commosso, augurandosi che per altri anni ancora torni a lui la cara festa consolatrice».
Fonte: Il Portico
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