Tu sei qui: CronacaFurore Inn: americani rinunciano all'acquisto, complesso torna all'asta
Inserito da (redazionelda), lunedì 13 luglio 2015 19:24:26
Torna sotto i riflettori il complesso alberghiero Furore Inn Resort. La "Villa Thalia Development", società americana aggiudicataria dell'asta giudiziaria lo scorso ottobre, rappresentata in Italia dal commercialista salernitano Marco Piemonte, ha definitivamente rinunciato all'acquisto dell'immobile. Già nei mesi scorsi la società. Che si era aggiudicato la struttura per 3,65milioni di euro, aveva richiesto una proroga per la definitiva conclusione della procedura, che era stata accordata con nuova scadenza fissata entro il mese di giugno.
Steven Gluckstern, socio di maggioranza della "Villa Thalia Development", titolare del noto albergo "Cavallo Point Lodge", di San Francisco stava finanche esplorando il mercato alla ricerca di un gestore quanto più qualificato possibile. Si fece il nome finanche della Four Seasons, catena alberghiera canadese di fama mondiale e in grado di garantire un target di clientela di altissimo livello.
Il dietro front è costato alla "Villa Thalia Development" la perdita della cauzione (il 10% dell'intero importo) e il bene, il 9 giugno scorso, è tornato all'asta. E' fissata per il 22 ottobre prossimo, presso il Tribunale di Salerno, la vendita del complesso, con incanto, con base d'asta fissata a 3,5 milioni di euro.
E già si fanno i nomi di nuovi acquirenti disposti a rilevare il Furore Inn: si parla del forte Gruppo Barletta, proprietario, tra gli altri, dell'Interporto Sud Europa e del Centro Commerciale Campania di Marcianise. Ma fino ad ottobre ci sarà tempo.
25 camere con centro benessere, ristoranti, piscine, campo da tennis, realizzato su vari terrazzamenti degradanti verso il mare, partendo dal piano terra e fino al quinto livello sotto strada con l'ex blocco centro ricreativo della superficie di mq 275 circa, con terrazza di 35 mq e casa rurale di 177 mq: oggi il Furore Inn è una struttura, quella di Furore, che necessita di importanti lavori di ristrutturazione.
Chiusa negli ultimi quattro anni, aveva attraversato più di una turbolenza, sia giudiziaria che economica. Dopo l'inchiesta per presunte violazioni urbanistiche, da cui sono usciti prosciolti tutti gli indagati, la società aveva deciso di mettere in liquidazione l'albergo per fronteggiare una complessa situazione debitoria. Si è poi arrivati alla procedura esecutiva, promossa dall'istituto di credito Bnl, e la proprietà dell'immobile è stata messa all'asta.
Il giudice esecutivo aveva già fissato cinque udienze di vendita, prima con un prezzo base di 8 milioni e 205mila euro, poi scesi a 6 milioni e 154mila euro tre anni fa, fino ai 4 milioni del luglio 2013 e i 3,7 attuali dello scorso aprile. In tutti e cinque i casi, però, l'asta è andata deserta.
La storia del "Furore Inn Resort" inizia nei primi anni ottanta con la progettazione di un complesso turistico-sportivo da realizzare in contrada Sant'Elia.
La struttura principale fu costruita, direttamente dal Comune, quando il piano urbanistico territoriale dell'area sorrentino-amalfitana non era ancora legge regionale. Successivamente venne costituita la "Futura srl", una società mista con la partecipazione diretta dell'amministrazione comunale, che predispose e presentò un progetto di completamento.
Nel 1997 il salto definitivo: dopo l'iter burocratico, l'inizio dei lavori che poneva fine a tutti gli ostacoli, che si erano frapposti, per il completamento del complesso ricettivo. Il Furore "Inn Resort", dunque, dal settembre del 2001, divenne realtà con le sue attrezzature sportive (piscina, palestra, fitness, campo da tennis, e centro benessere), le 25 camere per l'ospitalitá turistica, il ristorante e le strutture complementari.
A settembre del 2003, invece, scoppia lo scandalo. Si ipotizza, infatti, che per la costruzione della struttura ci sarebbero delle irregolarità. Una tesi che la Cassazione ha rigettato completamente, assolvendo tutti gli imputati dai reati contestati.
Dopo la vendita si potranno liquidare i creditori, specie numerosi dipendenti, e poi dividere le somme restanti tra i soci della società mista nella qual il Comune di Furore partecipa per il 12%.
Fonte: Il Vescovado
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