Tu sei qui: CronacaI «paesani» indolenti nemici dello sviluppo
Inserito da (redazionelda), sabato 19 gennaio 2019 15:19:55
di Raffaele Ferraioli*
Franco Arminio, scrittore irpino di Bisaccia, è l'ideatore di una nuova scienza: la Paesologia. Le sue tesi, a prima vista un po' bizzarre, sono di un'attualità sconcertante e meritano un'attenta lettura e una profonda riflessione.
In un articolo pubblicato di recente, sotto il titolo "I paesani indolenti fanno morire i piccoli borghi" egli ci regala uno spaccato della realtà, di questo mondo subalterno, senza voce, popolato da paesani rassegnati, accidiosi, indolenti, abituati alla sconfitta, adusi a issare bandiera bianca.
In questi centri minori, piccoli non solo in termini fisici e demografici, le maldicenze sono il pane quotidiano, distribuito a piene mani fra il bar della piazzetta e il salone del barbiere da soggetti particolarmente impegnati nel compiere la loro missione di "scoraggiatori militanti".
Un po' ciarlatani, un po' scemi del villaggio queste persone sono i primi responsabili di quel clima di sfiducia che rappresenta il più grande ostacolo allo sviluppo.
Saccenti quanto indolenti, malati di pessimismo e di scetticismo, essi causano lo spaesamento e vanno contrastati energicamente.
Bisogna confutare le loro tesi pessimistiche ed elogiare apertamente i buoni risultati ottenuti da quei paesani impegnati e affermati nel loro settore di attività che dimostrano sul campo che certi valori tuttora meritano di essere perseguiti.
L'autolesionismo è, per altro, contagioso e se aggravato dalla presenza di "Sindaci dal cuore piccolo" rischia di diventare endemico. In questo mondo depresso nel quale regna incontrastata la grettezza la crisi non riguarda solo l'economia ma l'identità stessa. Bisognerebbe trasferirvi eserciti di incoraggiatori e, invece, si assiste inerti alla fuga dei migliori che vanno a cercare fortuna altrove.
Chi vuole fare qualcosa di buono si trova di fronte mille ostacoli e viene dissuaso, sconsigliato, scoraggiato e finanche osteggiato. Nonostante l'entusiasmo che lo anima è costretto prima o poi a gettare la spugna.
Ne scaturisce una grande verità. Lo sviluppo si promuove non tanto e non solo con l'incentivazione economica ovvero con l'elargizione di finanziamenti a tasso più o meno agevolato, bensì con la messa al bando dei maldicenti, dei profeti di sventura, dei maestri del nulla. Diversamente finiscono per prevalere gli "strozi", la cui forza sta nella capacità di apparire più forti di quello che sono.
"I paesi non moriranno", conclude Arminio. "Gli unici a morire saranno i miserabili. Ai buoni è concessa la piccola eternità delle cose amorevoli. La battaglia da vincere sta nello scavare nelle macerie alla ricerca di un respiro, di uno sguardo di chi non vuole morire".
*sindaco di Furore
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Fonte: Il Vescovado
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