Tu sei qui: CronacaIl Comune cade sui risarcimenti
Inserito da (admin), giovedì 8 ottobre 2015 00:00:00
Strade colabrodo, asfalto sbriciolato e basoli sconnessi: il dissesto delle strade in città si quantifica in risarcimenti liquidati nel corso dell’ultimo anno a tantissimi malcapitati cittadini vittime di sinistri. L’ammontare degli indennizzi disposti da gennaio fino a questi primi giorni di ottobre si aggira intorno ai 130mila euro.
L’asfalto si sbriciola sotto la pressione del clima rigido e non si fa in tempo a provvedere che il problema si ripresenta nuovamente. La causa sta nella scarsa manutenzione operata nel corso degli ultimi anni: si è fatto spesso ricorso a rattoppi approssimativi, che hanno ceduto nel giro di qualche mese. Così, per chiunque circoli in automobile sul territorio è impossibile non imbattersi in viali ad ostacoli e corsi sommersi dall’acqua. Più critica ancora la situazione dei pedoni, che scivolano, inciampano e si procurano fratture a causa del manto stradale disconnesso e dei marciapiedi danneggiati.
In periferia le situazioni maggiormente compromesse, di cui si trova ampio riscontro nelle tantissime determine di liquidazione che affollano l’Albo Pretorio comunale per incidenti e richieste di risarcimento danni avvenute in determinate strade. Prima tra tutte c’è via delle Arti e dei Mestieri, in particolare nel tratto maggiormente trafficato che attraversa la località Starza. Da lì ci si sposta lungo via Santoriello per raggiungere la frazione di Pregiato: un leggero tratto in salita, trappola per autisti e pedoni tra avvallamenti coperti da lamiere in ferro, buche allagate e rischio slittamenti.
Tra le altre strade spesso location di sinistri denunciati dai cittadini ci sono quelle interessate da perenni lavori in corso. Su via Gaetano Cinque, ad esempio, la carreggiata è occupata per metà, da oltre un anno, da una serie di delimitazioni che mettono a rischio l’incolumità dei passanti e tre di loro, tra giugno e settembre, hanno ricevuto in totale quasi 10mila euro di risarcimento. Situazione simile in via Gaudio Maiori, dove a farne le spese sono soprattutto i mezzi, in particolar modo nei pressi dei tombini.
Il centro non è certo esente da questo tipo di problema: solo per i risarcimenti di sinistri avvenuti tra corso Principe Amedeo, corso Mazzini, via Filangieri, piazza Abbro, piazza Duomo, via Rosario Senatore, via Veneto e villa Schwerte il Comune ha speso nell’ultimo anno più di 50mila euro per risarcire cittadini che sono inciampati in un sanpietrino divelto, procurandosi una lussazione al polso, oppure sono scivolati sul lastricato bagnato dei marciapiedi.
Sono circa 13mila euro mensili i soldi che l’Amministrazione, ad oggi, impegna dalle proprie casse per liquidare i numerosi risarcimenti danni per sinistri occorsi sul territorio cittadino. Un totale di 130mila e 911 euro solo per il 2015 impiegati per risarcire circa 70 cittadini vittime di sinistri, con conseguenze più o meno gravi, avvenuti per le strade della città. Intervenire sulla manutenzione stradale forse costerebbe meno.
Il sindaco Servalli: «Combatteremo i truffatori»
Un ammontare troppo elevato, secondo il sindaco Vincenzo Servalli, quello dei risarcimenti che il Comune metelliano deve ai cittadini vittime di sinistri sul territorio. Per questo motivo già da tempo l’Amministrazione ha incaricato l’Ufficio Affari Legali di avviare una serie di monitoraggi dei sinistri verificatisi negli ultimi anni, con l’obiettivo di smascherare gli autori di finti incidenti e di richieste economiche gonfiate.
«L’obiettivo - ha dichiarato il primo cittadino metelliano - è di combattere aspramente coloro che vogliono speculare su situazioni problematiche, a danno di quelle persone che invece rimangono realmente coinvolte in incidenti dovuti a dissesti stradali. Il programma che abbiamo avviatoci permetterà, tramite una serie di controlli incrociati con l’Isvap, di capire se le richieste sono effettivamente attendibili oppure provengono dalle stesse persone, che fanno affidamento a familiari e conoscenti per intascare denaro comunale».
Giuseppe Ferrara
Fonte: Il Portico
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