«Il Santo Padre ringrazia vivamente per il deferente attestato di ossequio e di cuore invia il suo benedicente saluto», è la conclusione della lettera giunta ieri a Palazzo di Città dalla segreteria di Stato del Vaticano. Benedetto XVI ha particolarmente apprezzato l'invito da parte di Luigi e Benedetto Gravagnuolo (il primo sindaco di Cava, il secondo preside della Facoltà di Architettura della "Federico II" di Napoli), dopo la mancata visita alla "Sapienza" di Roma, di tenere l'incontro a Cava nella Facoltà di Architettura.

«Siamo particolarmente grati al Pontefice per l'attenzione che ha voluto riservare alla nostra città ed alla nostra iniziativa. Ho avvertito, all'indomani della mancata visita alla "Sapienza", la necessità a nome della città di offrire una testimonianza del rispetto dovuto all'uomo, al pastore ed al maestro. Iniziativa condivisa da mio fratello», spiega Gravagnuolo, che ora punta alla visita ufficiale del Papa per il millenario della fondazione dell'Abbazia nel 2011. «Da tempo abbiamo avviato i nostri passi. Conosciamo l'attenzione - dice il sindaco - che Sua Santità ha per l'Abbazia benedettina di Cava, per la sua storia, la sua ricca tradizione di cultura e di operosità e per l'ordine dei benedettini. Conosciamo le difficoltà per la sua venuta a Cava, ma tutto può essere superato».

La storia della Badia ha scandito quella della città di Cava, divenuta tale nel 1394 e diocesi autonoma nel 1513. Una sinergia tra la comunità religiosa benedettina e quella politico-amministrativa-civile della città lungo i secoli rappresentata dallo stesso logo scelto dall'Amministrazione Gravagnuolo: S. Alferio, il fondatore del cenobio, e le arcate dei portici in un tutt'uno. Una storia unica pur nella ricchezza delle sue espressioni.