A partire dal primo febbraio in Austria, che sta già applicando il "lockdown duro" per i no vax, tutti dovranno obbligatoriamente sottoporsi al vaccino anti-Covid.

Una decisione dovuta al fatto che l'incidenza settimanale ha ormai raggiunto i 925 casi di contagio per ogni 100mila abitanti e gli ospedali stanno andando in affaticamento.

Il paese, inoltre, ha un tasso di vaccinazione pari al 65%, tra i più bassi nell'Europa occidentale.

La polizia ha previsto un massiccio dispiegamento di forze, con 1300 agenti, per controllare il rispetto delle norme anti-Covid nella manifestazione che è stata indetta per oggi, 20 novembre, dal partito di estrema destra, Fpoe, il cui leader Hebert Kickl, che attualmente è contagiato dal Covid, afferma che l'Austria starebbe scivolando verso "la dittatura".

A commentare la scelta dell'obbligo vaccinale è stato, dall'Italia, Nicola Magrini, direttore dell'Aifa, in un'intervista a La Repubblica, in cui afferma: «Abbiamo sempre lavorato per evitarlo perché confidiamo nel senso di responsabilità degli italiani. Abbiamo un andamento della pandemia nettamente migliore dell'Austria e penso che il Green Pass svolga un'azione protettiva sia per il singolo che per la collettività. Ci permette di svolgere tutte le nostre attività senza correre troppi rischi».