Tu sei qui: Cronaca"La nostra merce è italiana"
Inserito da (admin), venerdì 21 ottobre 2005 00:00:00
«Quei polli li abbiamo comprati tutti in Italia. Vi pare che ogni volta che dobbiamo cucinare del pollo nel nostro locale andiamo in Cina o facciamo delle ordinazioni? Non c'è convenienza. Sono le ricette, non i polli, che vengono dal nostro Paese». Al termine della frase la tradizionale risatina ad occhi a mandorla. A parlare è Wugezi Wang, la proprietaria del ristorante cinese "Shangai", in via XXV Luglio. Venerdì scorso, i responsabili dell'Asl Sa1, a seguito di un'ispezione presso il ristorante, hanno sequestrato 18 confezioni, da 2 kg ciascuna, di busti di pollo surgelati di dubbia provenienza. La mattinata per Wugezi è stata più movimentata del previsto. Come lei stessa racconta, insieme al rappresentante legale del ristorante, si sono presentati volontariamente presso gli uffici dell'Asl Sa1 per consegnare tutta la documentazione relativa alle confezioni sequestrate, per agevolare gli accertamenti. «Sono venuti i Carabinieri per primi - racconta la donna - poi ci hanno sequestrato le confezioni che conservavamo in frigo. Noi siamo sicuri, continuiamo a lavorare tranquilli. Quelle confezioni non vengono dalla Thailandia, le abbiamo acquistate in Italia». Il ristorante è aperto da 4 anni. Wugezi ha avviato l'attività insieme al marito ed ai suoi due figli. Sul fondo dell'entrata laterale e nella stanza vicina alla sala da pranzo una porta di legno a due ante, stile saloon da far west, apre alla cucina. Camice azzurro, guanti, capellino bianco ed uno straccetto di gomma in mano per pulire anche le più piccole macchie: è il cuoco del ristorante. «Il pollo? Lo richiedono sempre i nostri clienti - spiega il nipote della proprietaria, Chang - non abbiamo notato cambiamenti nei gusti della nostra clientela. Anzi, i piatti forti sono sempre gli stessi: involtini, spaghetti ed il pollo, soprattutto quello alle mandorle». Il menù affisso sulla porta d'ingresso è la riprova. Tra i piatti il più reclamizzato è senza dubbio il pollo, a dispetto dei timori per l'aviaria. Intanto, lo stato d'allerta è scattato in tutta la provincia. Gli agenti della Polizia Municipale, incaricati dallo stesso ufficiale sanitario cittadino per il sequestro al ristorante "Shangai", fanno sapere di essere in attesa di nuove direttive. Come a dire, tutto è pronto per un più vasto programma di accertamenti, rivolto in particolare agli esercizi commerciali ed ai ristoranti della zona, per verificare l'applicazione delle nuova normativa relativa all'etichettatura del pollame. Prevenzione e controlli sono le parole d'ordine che arrivano dalle autorità competenti: «I pericoli ci sono anche tra i polli cosiddetti paesani se non controllati, perché il virus viene trasmesso da animale ad animale e può essere portato in Italia dai volatili, dunque anche dagli uccelli». E le indagini continuano.
Fonte: Il Portico
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