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La Sita ostaggio dei tossici

Inserito da (admin), mercoledì 30 novembre 2005 00:00:00

Droga e violenza sui bus della Sita diretti a Napoli: scoperto il bubbone, il giorno dopo la pubblicazione della denuncia della Cgil e del direttore dell'azienda, puntuale conferma arriva nelle ricostruzioni degli episodi più significativi rese dagli autisti. Uno sfogo in piena regola, il loro. Lavoratori sui quali quotidianamente pende la spada di Damocle di possibili atti di intemperanza compiuti da coloro che, vinti dagli effetti della droga (o dell'astinenza), potrebbero addirittura decidere di prendere in ostaggio l'intero bus. Viaggiatori compresi. «È accaduto proprio a me - racconta Giuseppe Tagliaferri - Ero in servizio sulla linea delle ore 14 da Salerno a Napoli, tratta via Nocera. Già a Vietri iniziarono a salire i primi tossicodipendenti. Altri seguirono a Cava ed a Nocera. Si formò un gruppo composto da 7 uomini e da una donna, che custodiva uno strano e voluminoso pacco depositato nel vano bagagli. Il pullman, fortunatamente, non era pieno, pochi gli altri viaggiatori a bordo. A Nocera iniziò il calvario. Mi si avvicinò uno della banda, puntandomi alla gola l'ago sporco di una siringa. Mi intimò di procedere velocemente verso Napoli, di non proferire parola e di non fermarmi più, per nessun motivo. Ubbidii per limitare al massimo le loro reazioni nell'intenzione di salvaguardare me ed i viaggiatori. Due persone, però, tentarono di opporsi e furono picchiate. All'altezza della stazione ferroviaria del capoluogo partenopeo, scesero e ci lasciarono andare». Nei giorni successivi ci fu l'impiego discreto di agenti in borghese sui bus diretti a Napoli. Impegno che non servì, però, ad evitare un altro increscioso episodio ai danni di un altro autista Sita (e sempre sulla stessa linea), vittima di una rapina compiuta da altri tossicodipendenti. «Al deposito - dice un altro dipendente - troviamo di tutto sui pullman provenienti da Napoli: siringhe usate, marchingegni di vecchi accendini utilizzati per celare droga in polvere, lacci emostatici e macchie di sangue sui sedili posteriori. Prove inequivocabili di iniezioni avvenute qualche minuto prima». Personale e viaggiatori debbono stare molto attenti, perché è concreto il rischio di un contagio: «Spesso - continua il dipendente - gli aghi sono infilzati nelle spugne delle poltrone in maniera tale da non essere visti. Potenzialmente pericolosissimi. Altre volte, intere siringhe sono nascoste sotto giornali appositamente ripiegati, sollevando i quali il contatto con l'ago è pressoché sicuro». Dovendo convivere con questo fenomeno, al deposito Sita di Cupa Siglia si sono attrezzati: «Abbiamo adattato una lattina da 30 litri a raccoglitore di siringhe. Ormai è piena...». Un altro autista torna sulla presenza dei corrieri sui bus: «Sono convinto - dice Vincenzo Vergaro - che vanno e tornano da Napoli utilizzando i nostri pullman. Salgono in gruppo con gli altri tossici, ma a differenza di questi sono lucidi e calmi, meno spavaldi, spesso timbrano il biglietto e la loro sosta a Napoli dura poco. Capita che ritornino con lo stesso bus con il quale sono arrivati nel capoluogo». «I drogati? È capitato - racconta Francesco Manzella - che qualcuno, dopo essere sceso, sia ritornato a bordo per riprendersi la siringa». «Quando allertiamo le Forze dell'ordine - aggiunge l'autista Francesco Senatore - queste intervengono in maniera veloce».

Fonte: Il Portico

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