Un libro che dice sì alla vita, che semina speranza ed ottimismo, che rivaluta le esistenze in apparenza meno dotate. È questo il volume di Mario Landi (nella foto), «Una vita di fede e di speranza», 151 pagine, pubblicato a Cava e presentato ai cittadini nella Basilica di Santa Maria dell'Olmo dal vicario generale della diocesi, Monsignor Carlo Papa, nel corso della concelebrazione della messa insieme con il superiore, padre Raffaele Spiezie, ed il parroco, padre Silvio Albano. L'occasione è stata una di quelle che tutti si sforzano di dimenticare, che l'autore del libro, invece, ha voluto celebrare con insolita solennità: i 60 anni dall'insorgere della malattia, che in Landi, a 16 anni (è nato nel 1926), spense la speranza di essere sacerdote ed apostolo attivo tra la sua gente, come ardentemente desiderava, ma riaccese in molti altri la speranza di rendere feconda per sé e per gli altri la vita divenuta meno ricca dei doni di natura. Lo ha ben chiarito Monsignor Papa nel suo discorso: poteva esserci la disperazione di fronte ad una malattia che immobilizzava Mario, invece ci fu soltanto un attimo di disorientamento iniziale, poi il volo che lo ha portato, sempre accompagnato da buoni "angeli custodi", alla funzione di guida e di protagonista come maestro in doposcuola, catechista ed animatore nelle celebrazioni domenicali nella Cattedrale e nella frazione di Castagneto, di cui è nativo. L'elogio più autorevole al coraggioso testimone della vita è venuto da tutti i vescovi di Cava che lo hanno conosciuto, da Monsignor Alfredo Vozzi a Ferdinando Palatucci, da Beniamino Depalma fino all'attuale arcivescovo, Orazio Soricelli.