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Lasciato dalla moglie, si impicca

Inserito da (admin), lunedì 16 febbraio 2004 00:00:00

Un matrimonio difficile. Una storia d'amore intervallata da continui litigi. L'ultimo, quello sfociato in un'aggressione, appena qualche giorno fa, quando lei lascia la loro casa, nella frazione Annunziata, dopo essere stata percossa. E sabato scorso, proprio nel giorno di San Valentino, festa degli innamorati, il tragico epilogo: lui, Alfonso Flauto, 39 anni, decide di farla finita. Aspetta che il figlio esca di casa per comprare una lattina di aranciata. Rimasto solo, prende una corda, quella da marinaio, con ogni probabilità un pezzo d'arredamento. Forma, così, un cappio intorno al collo e si impicca al lampadario della stanza da pranzo. È accaduto sabato pomeriggio, poco dopo le 16. Alfonso Flauto, boscaiolo, abitava in un modesto appartamento in via Gaeta, nella frazione Annunziata. Ad accorgersi del folle gesto i vicini di casa, richiamati dalle grida del figlio che aveva bussato alla porta di casa senza avere risposta. È quel silenzio insolito ed irreale, dopo i frequenti litigi, che induce i vicini a chiamare subito i soccorsi e la Polizia. Sul posto arriva un'ambulanza dell'Humanitas, con a bordo i volontari Scannapieco ed Apicella ed il medico del 118, Senatore. Ma il cadavere dell'uomo già penzola dal soffitto: il volto paonazzo ed intorno al collo una corda che lo lega al lampadario. I soccorritori cercano immediatamente di liberarlo dal cappio, ma si accorgono subito che non c'è più nulla da fare e che ogni tentativo di salvarlo è ormai vano. Viene allertata la Polizia: una volante raggiunge l'abitazione dell'Annunziata e si avviano i primi rilievi. Stando alle testimonianze, raccolte tra i vicini, un paio di giorni fa la moglie della vittima era andata via di casa. Aveva deciso di allontanarsi per qualche giorno dopo che il marito, sempre secondo i testimoni, l'avrebbe picchiata. Poi, sabato pomeriggio, la tragedia. In via Gaeta i primi ad accorrere, dopo i soccorritori e la Polizia, sono i familiari. Arriva anche la moglie della vittima, che viene colta da malore e trasportata d'urgenza in ospedale. Il figlio viene portato a casa di parenti. Gli agenti di Polizia non lasciano passare i curiosi. Nell'appartamento ci sono la Scientifica, che sta eseguendo i rilievi del caso, ed il medico legale, il dott. Giovanni Baldi, che sta esaminando la salma. Arrivano anche i parenti dell'uomo ed il magistrato di turno, che deve decidere per la rimozione del cadavere. Quando la bara viene caricata sul furgone, i parenti dell'uomo si abbandonano a scene di pianto e di grande dolore. «Litigavano sempre negli ultimi tempi. Un paio di giorni fa lei se n'è andata di casa», racconta una vicina, che abita al piano di sopra dell'appartamento del suicida. «Oggi pomeriggio il figlio era uscito di casa per comprarsi un'aranciata. Quando è tornato, ha bussato più volte alla porta, ma non ha avuto risposta». Via Gaeta è sotto choc. In tanti conoscevano la famiglia, oggi straziata dalla tragedia. «Ieri l'ho visto per l'ultima volta. Chi avrebbe potuto immaginare che viveva un dramma così grande, tale da fargli decidere di togliersi la vita», afferma un'anziana del quartiere che conosce un po' tutti. Eppure in tanti dicono che era sembrato molto provato: «Mi hanno detto che stamattina l'hanno visto fare delle compere in paese. Ha ripetuto più volte la stessa frase: "Lei non mi ama più. L'ho capito, lei non mi ama più"».

Fonte: Il Portico

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