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Tu sei qui: CronacaMafia, riciclaggio e usura: tre arresti e beni sequestrati per oltre 8 milioni di euro al clan “Lo Russo”

Cronaca

Indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli portano all’esecuzione di misure cautelari per associazione mafiosa e reati connessi.

Mafia, riciclaggio e usura: tre arresti e beni sequestrati per oltre 8 milioni di euro al clan “Lo Russo”

Tra i coinvolti, un esponente di vertice del clan “Lo Russo” che, pur detenuto dal 2010, dirigeva attività illecite attraverso familiari e comunicazioni clandestine.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 24 gennaio 2025 11:30:53

In una vasta operazione contro il clan "Lo Russo", militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, insieme al Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria e con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno eseguito un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Tre soggetti sono stati colpiti dal provvedimento: due sottoposti a custodia cautelare in carcere e uno agli arresti domiciliari. Le accuse includono associazione armata di stampo mafioso, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, usura aggravate dal metodo mafioso, frode fiscale e l'accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno rivelato che un elemento di spicco del clan "Lo Russo", pur essendo recluso dal 2010 con una condanna all'ergastolo per omicidio premeditato, continuava a dirigere le attività del gruppo "ncopp Miano". Attraverso cellulari clandestini, comunicazioni via WhatsApp e email, e con la complicità della moglie e del figlio, l'uomo impartiva direttive per gestire riciclaggio e usura, riscuotendo i proventi di attività estorsive.

Grazie a un'ingente disponibilità di denaro contante, la famiglia del detenuto concedeva prestiti a tassi usurari, minacciando i debitori per ottenere i pagamenti. I fondi illeciti venivano poi investiti in beni di lusso, tra cui orologi reperiti persino a Dubai con pagamenti in criptovaluta.

Per eludere le misure di prevenzione patrimoniali e frodare il fisco, i familiari intestavano immobili e imprese a prestanome, coprendo attività come il commercio di calzature, cuoio e pellame, lavanderie e trasporti su gomma. Le false fatture emesse ammontano a circa 10 milioni di euro.

A giugno 2024 erano già stati sequestrati beni per un valore complessivo di oltre 8 milioni di euro, tra cui 8 immobili, 12 lotti di terreno, 5 complessi aziendali, 20 orologi di lusso, conti finanziari e 400 mila euro in contanti.

Nella giornata odierna, numerose perquisizioni sono state effettuate nelle province di Napoli, Caserta e in altre località nazionali. Per altri tre indagati, il G.I.P. deciderà dopo l'interrogatorio di garanzia.

Le misure cautelari eseguite rappresentano un passo significativo contro la criminalità organizzata, ma si sottolinea che gli indagati sono da considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.

Fonte: Il Vescovado

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