Tu sei qui: CronacaManifattura, pronto l'elenco degli esuberi
Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 20 settembre 2002 00:00:00
È stato definito l'elenco dei dipendenti della Manifattura Tabacchi (nella foto) di Cava de' Tirreni che non saranno trasferiti all'Eti Spa. Sono 206 i nominativi selezionati che nei prossimi giorni riceveranno la comunicazione di esubero. Per loro, tre le soluzioni: incentivo all'esodo, con una sostanziosa buonuscita per il prepensionamento; sostegno al reddito, con la corresponsione di un salario per 4-5 anni per arrivare al pensionamento; ricollocazione presso altri Enti, con stipendio, però, pagato dal Ministero. Una parte dei ricollocabili potrebbe trovare posto anche al Comune di Cava. Saranno circa 160, dunque, i dipendenti che resteranno. Un ridimensionamento che alimenta le polemiche sull'effettiva volontà dell'Eti di mantenere nella Valle metelliana la tradizionale lavorazione del sigaro toscano. Forte la preoccupazione di una possibile chiusura non appena sarà conclusa la fase di vendita ai privati dell'Eti, che potrebbe, ancora una volta, ridisegnare la mappa degli stabilimenti italiani, ritenendo più opportuno proseguire nella politica aziendale di ricollocazione in aree meglio attrezzate e più favorevoli economicamente, come già avviene per la prima fase di lavorazione, spostata addirittura nello Sri Lanka. «È un risanamento che assomiglia molto - afferma Giuseppe D'Amore, ex dirigente della Manifattura - ad un esodo da Cava. L'impressione è che, piuttosto che cercare di migliorare la produzione per meglio vendere il sigaro, si è pensato di vendere la Manifattura. La Toscana sta cercando di proteggere la produzione di un prodotto tipico con la richiesta di un marchio dop per l'extravecchio, vincolando, in tal modo, il sigaro al territorio, con il duplice risultato di salvaguardare produzione e dipendenti. Perché i nostri amministratori hanno fatto poco o niente per osteggiare l'esodo?». Penalizzato anche l'indotto che intorno alla Manifattura produceva reddito ed alimentava i consumi e l'economia della città. «Cava ha perso la partita. È mancata una vera e forte mobilitazione, sia politica che di piazza», riflette amaramente l'avv. Luciano D'Amato, presidente della delegazione metelliana dell'Unione Nazionale Consumatori.
Fonte: Il Portico
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