Tu sei qui: CronacaMascherine irregolari dalla Cina, indagato commerciante di Cava de' Tirreni
Inserito da (redazioneip), mercoledì 13 maggio 2020 13:04:43
La Polizia di Stato di Cagliari, nell'ambito dell'Operazione Mask, ha denunciato tre persone, amministratori di società con sede a Brescia ed in provincia di Salerno, responsabili dei reati di frode nell'esercizio del commercio e falsità materiale commessa dal privato in certificati. Tra questi c'è anche un commerciante di Cava de' Tirreni.
L'operazione è stata condotta dal Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Cagliari, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ed è partita dopo la segnalazione di una nota farmacia cagliaritana. Quest'ultima, ricevuta una partita di 1800 mascherine del tipo FFP2, acquistate attraverso un agente di commercio titolare di una società con sede a Cava de' Tirreni, ha avuto sospetti sull'autenticità della documentazione attestante l'idoneità e la conformità alle normative vigenti del prodotto acquistato.
Le indagini hanno consentito di accertare che i Dpi erano stati fabbricati in Cina ed importati in Italia da una società di Brescia, operante nel commercio all'ingrosso di prodotti medicali, e sia il certificato che la dichiarazione attestante la conformità alla normativa italiana erano falsi, e solo apparentemente emessi da una società della provincia di Mantova.
Sono quindi scattate le perquisizioni a Cava de' Tirreni e Brescia con il sequestro di alcune migliaia delle 40mila mascherine arrivate in Italia. Nella giornata del 5 maggio scorso, con la collaborazione delle Sezioni Polizia Postale e delle Comunicazioni di Salerno e Brescia, sono state eseguite due perquisizioni delegate dalla Procura cagliaritana nei confronti di altrettante società e relativi amministratori, attraverso le quali sono state rintracciate e sequestrate ulteriori mascherine (a Brescia e nella città di Sassari) nonché documentazione cartacea e contabile che ha consentito di ricostruire l'iter commerciale ed individuare due aziende cinesi che sembrerebbe abbiano fornito all'azienda bresciana la falsa certificazione.
Quest'ultima società conseguentemente sta procedendo a rintracciare sul territorio nazionale eventuali altri DPI non ancora messi in vendita, avendone chiesto il ritiro dal commercio e la restituzione.
Le indagini sono ancora in corso, anche con la collaborazione dell'Olaf, l'Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode presso la Commissione europea, per individuare i responsabili della falsificazione documentale.
(foto di repertorio)
Fonte: Il Portico
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