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Inserito da (admin), martedì 15 aprile 2008 00:00:00
Mentre l'Amministrazione comunale è impegnata ad elaborare il Documento di orientamento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile della città, Messina lancia pesanti critiche all'operazione in corso e solleva il problema della destinazione d'uso dell'ex Manifattura Tabacchi. «Riteniamo - osserva l'ex sindaco - che il Puc non cambierà la città, anzi la peggiorerà. I progetti presentati nella recente mostra al Rifugio non portano i segni di questo cambiamento tanto sbandierato. Come ho avuto già modo di dire, il Puc serve solo a dare luce a due progetti: la riqualificazione dell'ex Manifattura dei tabacchi e l'utilizzo dell'area dell'ex Di Mauro, per il resto sono solo opere in corso».
Messina boccia l'elaborazione del Documento di orientamento strategico promosso da Gravagnuolo, anche con consensi venuti da più parti ed il grande lavorio messo in atto. «Bastava una revisione intelligente e scientifica del piano regolatore generale», sottolinea. Critico anche sulla riqualificazione dell'ex Manifattura Tabacchi. Contrario alla costruzione di un albergo per il Millennio ed alla trasformazione in una serie di abitazioni. «A parte i limiti degli standard urbanistici imposti dal Put, la struttura non può essere lasciata in mano ai privati, ma deve essere restituita alla fruizione della città e farne di essa una casa della cultura. È un patrimonio di storia, di memoria che deve rimanere alla città», conclude.
La Manifattura Tabacchi, ex Conservatorio S. Maria del Rifugio, fu ceduta gratuitamente con delibera del Consiglio comunale il 2 aprile del 1900 al Demanio dello Stato e per esso all'Agenzia della coltivazione del tabacco. Con il patto, però, che qualora si fosse verificasse la soppressione dell'Agenzia e lo Stato non destinasse lo stabile ad altro dei suoi pubblici servizi, il Comune potrà chiedere la retrocessione mediante il rimborso del maggior valore al momento della retrocessione. Nel 2004 non fu possibile a Messina; oggi, dopo il trasferimento, è possibile. Intanto le Manifatture Sigaro Toscano, ultimi detentori dello stabile, hanno comunicato che il Comune di Cava, per esercitare il diritto di retrocessione dell'immobile, dovrà versare la somma di 6 milioni e 79mila euro. La controperizia del Comune, invece, parla di 1 milione e 500mila euro. La decisione spetterà ad un arbitrato.
Fonte: Il Portico
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