Tu sei qui: CronacaNessuno spazio per nuove case
Inserito da (admin), lunedì 23 febbraio 2009 00:00:00
Non ci sono più aree disponibili per l’edificazione: lo dice il PUC (Piano Urbanistico Comunale), dal cui ultimo rapporto è emerso che “non esistono standard urbanistici di edificabilità”. Non vi sono, dunque, più spazi per costruire in vista di un eventuale sviluppo del settore terziario a Cava de’Tirreni.
La doccia fredda è arrivata venerdì mattina, quando si è riunita la Commissione Urbanistica, alla presenza del presidente Antonio Palumbo, per discutere di una delle maggiori problematiche del territorio: l’emergenza residenziale, urgenza fortemente legata ad un altro terribile “tallone d’Achille” della città, l’abusivismo edilizio.
Alla riunione, richiesta dal Pdl, erano presenti il dirigente del V Settore, Luca Caselli; Carleo, Napoli, Salsano, Lamberti e gli assistenti legali Del Vecchio ed Avagliano in rappresentanza del centrodestra; Lampis, Palumbo, Panza, Sorrentino, Landi ed il tecnico Di Donato per il gruppo di maggioranza.
I vari gruppi politici hanno, quindi, cercato di unirsi in un’azione sinergica vagliando tutte le strade politico-amministrative possibili per salvaguardare il patrimonio edilizio e dichiarare il preminente interesse pubblico residenziale. Sono, infatti, circa 880 gli immobili costruiti in “zona rossa” (ad alto rischio idrogeologico) o sottoposti a vincolo paesaggistico. A questi vanno ad aggiungersi le costruzioni risalenti al periodo precedente all’ultimo condono (anno 2003), per i quali deve ancora essere vagliata la domanda di sanatoria, ed i 334 immobili costruiti dopo il 31 marzo 2003, per i quali pare non esista alcuna possibilità di sopravvivenza.
Facile, quindi, dedurre come quello della demolizione sia un problema dalle vastissime proporzioni sociali e pertanto non di facile soluzione, specie quando bisogna tener conto delle esigenze abitative dei cittadini, come i rappresentanti di An, Giovanni Del Vecchio e Luigi Napoli, hanno più volte ribadito.
Infatti, mentre per il settore terziario i vincoli imposti dal PUT (Piano Urbanistico Territoriale) potrebbero essere avallati ricorrendo all’art. 13 della legge regionale del 2007, e quindi rilevando un interesse pubblico di grande importanza, l’abusivismo edilizio residenziale rappresenta una causa sempre più difficilmente difendibile. Come ha affermato l’arch. Fausto Martino, infatti, la possibilità di cambiare i vincoli potrebbe anche esserci, ma bisognerebbe dimostrare che la zona non ha qualità ambientali e paesaggistiche. Qualità che, però, al momento della definizione del vincolo esistevano e che dunque sarebbe più logico ripristinare, come la Convenzione Europea del Paesaggio ha stabilito.
Intanto, si allungano i tempi per l’abbattimento degli 11 immobili per i quali era stata indetta la demolizione. L’Amministrazione Gravagnuolo si è, infatti, appellata alla decisione del primo cittadino di rispettare un ordine cronologico per gli abbattimenti degli immobili già acquisiti al patrimonio comunale. La priorità va alle costruzioni in zone ad alto rischio idrogeologico; seguono gli immobili costruiti in aree naturali protette; infine gli immobili non ultimati, costituiti solo da strutture portanti, e gli immobili ultimati e costituenti nuove costruzioni.
Fonte: Il Portico
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