Alla Corte dei Conti le irregolarità nel progetto della scacchiera, mentre il mio esposto alla Soprintendenza dà i primi frutti: il Sindaco, se vorrà giocare a scacchi, dovrà rimettere i sanpietrini su circa l’85% di Piazza Abbro, anche dove ora non ci sono, con un risparmio di € 300.000, ma a vantaggio dell’appaltatore.

Inoltre i tecnici comunali hanno sbagliato i conti di € 400.000, ancora a danno del Comune. E siamo a € 700.000 di danno erariale, se si dovesse affidare l’appalto, giacché in un appalto a corpo, come nel caso della scacchiera, il prezzo del contratto non è riducibile. Ma il Comune non può nemmeno modificare il progetto e ridurre il prezzo, a offerte presentate, altrimenti violerebbe la par condicio tra i concorrenti.

Quelli esclusi farebbero causa al Comune e vincerebbero sicuramente, sostenendo che, se avessero saputo di dover riutilizzare i sanpietrini anziché comprare la pietra siciliana, avrebbero offerto un ribasso più alto ed avrebbero vinto la gara. Del resto anche il Comune si avvantaggerebbe da un maggior gioco concorrenziale potendo spuntare uno sconto maggiore. Ulteriore danno, potenziale, per l’erario!

A questo punto il Comune deve annullare la gara. Anche perché ci sono le prove che la Regione non ha mai approvato il finanziamento della scacchiera in Piazza Abbro. Ma le anomalie del progetto della scacchiera in Piazza Abbro non finiscono qui. I tecnici hanno coniato 53 nuovi prezzi su un totale di 179 utilizzati per determinare il costo dell’intervento e tra questi almeno 22 prezzi favoriscono lo stesso produttore. Insomma basta e avanza per annullare la gara.

Mario Farano