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Ospedale, servizio mensa sott'accusa

Inserito da (admin), mercoledì 28 marzo 2007 00:00:00

Porzioni ridotte all'osso, cibi gelati e scotti racchiusi in pratiche, anche se poco appetibili, confezioni sottovuoto. E non solo. I pasti, prima di arrivare in corsia, percorrerebbero chilometri e chilometri, con la conseguenza di mangiare pietanze cucinate già da parecchie ore. Sono solo alcune delle lamentele avanzate da alcuni pazienti, costretti ad assaggiare il servizio mensa dell'ospedale "Santa Maria dell'Olmo".

«Abbiamo deciso di scrivere una lettera di protesta alla dirigenza dell'Asl Sa1 - dice la signora Maria Siani, promotrice di una sottoscrizione raccolta tra diversi utenti e pazienti dell'ospedale cavese - Qualche settimana fa mia figlia è stata ricoverata in ospedale e sulla nostra pelle abbiamo potuto provare quelle che fin ad ora erano solo delle voci raccolte in giro. I cibi arrivano da Castellammare in pessime condizioni. Vengono messi evidentemente caldi, bollenti, in contenitori di plastica. Quando giungono in ospedale, sono gelati e per lo più, specie per la pasta, sono scotti». Anche le porzioni lascerebbero a desiderare: «D'accordo che in ospedale ci sono i malati, ma prima di tutto i malati devono rimettersi in salute e poi, in alcuni reparti come la Ginecologia e la Pediatria, è necessario mettersi in forza. Invece le porzioni sono da fame: la carne è meno di una fettina, il merluzzo a mala pena tre bocconi».

Insieme alla signora cavese altri pazienti avrebbero aderito alla proposta di sottoscrivere una petizione, per proporre la riattivazione del servizio mensa interno all'ospedale o quanto meno il passaggio ad una ditta cavese, come era già stato in passato e come avviene per i menù scolastici. «Non è una questione che riguarda solo l'ospedale di Cava, ma tutti i presidi dell'Asl Sa1, e quindi Nocera, Pagani, Scafati, Ravello e Sarno», afferma il direttore sanitario del "Santa Maria dell'Olmo e Costa D'Amalfi", Vincenzo De Paola, che ricorda come già da qualche anno sia stato soppresso il servizio cucina al "Santa Maria dell'Olmo": «La passata dirigenza dell'Asl Sa1 ha deciso per un servizio esterno. La gara d'appalto è stata vinta da una ditta di Castellammare, che rifornisce tutti i presidi dell'Asl. Il capitolato scadrà fra qualche anno, dunque prima di allora non ci sono alternative».

De Paola tiene a precisare: «Il mio compito è di controllare la qualità del cibo ed eventuali mancanze. Tengo a precisare che le pietanze arrivano in orario per tutti, con tre pasti giornalieri. Quanto alle porzioni, sono perfettamente in regola con quelle prescritte da standard nazionali. È evidente che non si possono pretendere delle abbuffate. Dal punto di vista igienico-sanitario rispettano pienamente tutti i requisiti richiesti. E non ci sono stati mai, dico mai, episodi spiacevoli. Quanto alla distanza, non credo che ci sia molta differenza tra Cava, Nocera, Sarno o Scafati. Mi chiedo, allora, perché le proteste arrivano solo dagli utenti cavesi?». Non è escluso, secondo alcune indiscrezioni trapelate dalle stesse corsie ospedaliere, che dietro il coro di proteste ci sarebbero pressioni per fare in modo di agevolare qualche ditta cavese per l'assegnazione della convezione del servizio mensa.

Fonte: Il Portico

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L'ospedale di Cava L'ospedale di Cava
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