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Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 26 marzo 2003 00:00:00
Minacce di sciopero, stato d'agitazione e ripetuti proclami: una tegola dopo l'altra sull'ospedale "Santa Maria dell'Olmo e Costa D'Amalfi". A finire nella bufera è il Pronto Soccorso del presidio cavese, da due anni costretto ad operare in un vero e proprio cantiere aperto. Gli operatori del Dipartimento di emergenza, ormai ai ferri corti con i vertici ospedalieri, denunciano una serie di carenze e deficienze di prima importanza: nessun servizio di sorveglianza, scarse condizioni igienico-sanitarie dei locali per la presenza del cantiere, inadeguatezza degli spazi riservati ai sanitari, che non hanno una stanza per la guardia notturna. Ed ancora, un solo servizio igienico per visitatori e pazienti, dove sono sistemate le pale e gli altri presidi usati per la cura dei malati; mancanza di appositi comparti per i rifiuti e la biancheria sporca, depositati all'ingresso. Per non dire degli ascensori con cui vengono trasferiti i malati, gli stessi che sono usati come montacarichi e trasporto. «È vergognoso - hanno attaccato gli operatori del Pronto Soccorso, ieri mattina in sommossa - lavoriamo peggio che in una tendopoli. Da più di due anni il Pronto Soccorso è un cantiere aperto, dove le condizioni igienico-sanitarie sono precarie. Soltanto una porta fatta di carton gesso ci separa dalla polvere dei lavori in corso. Non ci sono spazi adeguati per l'utenza e per noi operatori. C'è solo un bagno per visitatori e pazienti, dove vengono sistemate anche le pale. Per smaltire i rifiuti e la banchiera sporca, siamo costretti ad accantonarli in cassonetti sistemati all'ingresso. Di notte, poi, attendiamo le visite dei senza tetto, che dormono nelle corsie». E come se non bastasse, in questi giorni la Rianimazione è stata trasferita, causa i lavori di ristrutturazione, proprio nei nuovi locali destinati al Pronto Soccorso. «Quello che doveva essere il nuovo Pronto Soccorso - lamentano - è stato occupato prima dalla Sala parto ed ora dalla Rianimazione. Mentre la nostra Divisione continua a vivere in una situazione di emergenza. Eppure, dovrebbe essere il biglietto da visita dell'ospedale». Secca la replica delle dirigenza, intervenuta già nei giorni scorsi sul nodo della ristrutturazione e della carenza degli spazi: «Questa è una situazione ereditata. In questi ultimi mesi abbiamo dato un'accelerazione ai lavori, che dovrebbero essere ultimati prima dell'estate». Insomma, un ultimo sforzo. Quanto al trasferimento della Rianimazione, secondo i dirigenti ospedalieri si tratta di un'operazione "forzata", dettata proprio dai lavori di ristrutturazione che in questa fase stanno interessando il primo piano.
Fonte: Il Portico
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