Tu sei qui: CronacaRiaperto il Museo dell'Abbazia
Inserito da (admin), mercoledì 13 luglio 2005 00:00:00
Inaugurato lunedì sera, giorno della festa di San Benedetto, il museo dell'Abbazia benedettina della Santissima Trinità di Cava de'Tirreni. I lavori di restauro, durati ben 4 anni, hanno restituito alla comunità monastica ed agli appassionati di arte un luogo ricco di opere straordinarie e di gran pregio artistico. Hanno fatto gli onori di casa l'Abate, Mons. Benedetto Chianetta, e Giuseppe Zampino, Soprintendente ai Beni architettonici e storico-artistici di Salerno ed Avellino. «La riapertura del nostro museo accresciuto ed ampliato - ha affermato l'Abate Chianetta - ci riempie di gioia e consolazione. La bellezza impressa nelle tele, nelle sculture, nelle ceramiche e nelle miniature, porta l'impronta del Divino, che trasmette agli artisti una scintilla della sua trascendente sapienza, coinvolgendoli nella sua potenza creatrice». La sede dell'attuale museo, comunque, non è definitiva. Lo ha ribadito il soprintendente Zampino nel suo intervento: «È prevista la trasformazione di grandi spazi esistenti all'interno del monumento in ulteriori sale espositive. Sarà possibile esporre altri straordinari manufatti, da lungo tempo giacenti nei depositi, che saranno restituiti interamente alla fruizione pubblica. Si tratta di un patrimonio d'arte estremamente significativo. I lavori predisposti dalla Soprintendenza hanno interessato, in particolare, un ambiente adiacente alla splendida sala duecentesca, che ospitava, a partire dagli anni '60, una pregevole raccolta di opere d'arte. L'ampliamento del museo è stato attuato utilizzando spazi una volta destinati alle scuole della Badia. Ciò ha consentito di poter esporre al pubblico altre preziose testimonianze inedite dei secoli XVII e XVIII, opportunamente restaurate, in aggiunta a quelle già note». Precedentemente, solo una splendida sala del secolo XIII era adibita a museo. Venne scoperta dopo la seconda guerra mondiale. Era nascosta interamente da soprastrutture e perciò non visibile. A seguito di un fortuito intervento di ristrutturazione ad una parete, fu notata dagli operai la presenza di un capitello sulle pareti e, successivamente, di alcune colonne. La volta è stata rifatta perché irreparabilmente lesionata, le finestre originali non si sono potute ricostruire perché mancavano gli elementi, ma tutto il resto conserva la sua originalità. Il merito del ripristino della sala spetta in egual misura all'Abate del tempo, Mons. Mauro De Caro, ed al prof. Bruno Molajoli, allora Soprintendente alle Gallerie della Campania. Sotto la guida di quest'ultimo, l'architetto Ezio De Felice restaurò sapientemente la sala ed il prof. Ferdinando Bologna eseguì in maniera accuratissima l'ordinamento del museo. In questa sala e nell'altra recentemente recuperata vi è raccolta ed esposta una buona parte delle opere d'arte possedute dalla Badia. Ordinata scientificamente da Angelina Montefusco, mentre l'allestimento museale è a cura di Lina Sabino, entrambe funzionarie della Soprintendenza. Il percorso espositivo è illustrato dal raffinato dépliant realizzato da Menabò-Salerno. Nel museo sono conservati marmi scolpiti dal II al XVI secolo, fra cui alcuni frammenti scultorei di Tino da Camaino, dipinti databili dal XVI al XVIII secolo di Luca Giordano, Francesco De Mura, Andrea da Salerno e Giovan Francesco Penni. Fanno parte del patrimonio dello storico monastero benedettino, inoltre, oreficerie gotiche ed oggetti di arte applicata, tra cui preziosissime ceramiche ed avori. Il museo è aperto al pubblico tutti i giorni, dalle 9 alle 12.
Fonte: Il Portico
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