Tu sei qui: CronacaSalerno: denunciata madre che aveva sottratto il figlio al “Ruggi”, si era presentata ubriaca a partorire
Inserito da (ranews), lunedì 7 maggio 2018 11:35:21
È stata denunciata la giovane madre che il 4 maggio scorso aveva sottratto indebitamente suo figlio dalla Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale "Ruggi" di Salerno.
Si tratta di Marta Wozniel, 33enne di nazionalità polacca, che nemmeno 24 ore dopo la fuga è stata rintracciata dalle Forze dell’Ordine. A scatenare il gesto inconsulto il sospetto della donna - scrive Il Mattino in un articolo di Petronilla Carillo - che il tribunale dei Minori le avrebbe sottratto il piccolo, come già fatto con gli altri due fratellini quando fu arrestata per spaccio di droga.
La donna, alla rottura delle acque, il 28 marzo scorso, si era presentata ubriaca in ospedale, cosa che avrebbe potuto nuocere al feto. E infatti, nemmeno un mese dopo, il 24 aprile, il tribunale dei Minori aveva emesso un’ordinanza che disponeva il trasferimento del neonato in una Comunità o in affido ad una famiglia. Nell’attesa, il piccolo, nonostante le buone condizioni di salute, continuava ad essere ricoverato in Tin, in quanto reparto «protetto».
Ma la protezione non era bastata, perché all’ennesimo rifiuto davanti alla richiesta di poter portare il figlio con sé, la donna aveva sottratto il bimbo al reparto ed era fuggita, riuscendo - insieme al compagno Paulo Schumude – a portarlo a casa del fratello. Ma, immaginando che la polizia sarebbe andata a cercarli, l’uomo ha trovato loro un casolare abbandonato a pochi metri dalla sua abitazione. Ed è lì che, il 5 marzo, agli uomini della squadra mobile, agli ordini del vicequestore Lorena Cicciotti, li hanno ritrovati. La donna e il suo compagno, infatti, hanno commesso la leggerezza di accendere per pochi istanti il telefono cellulare consentendo agli agenti di agganciare la cella e rintracciarli.
Nel frattempo, l’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Salerno ha inteso sottolineare, attraverso un comunicato stampa, «la disponibilità e la sensibilità di tutti gli operatori del Reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Ruggi e dei vertici aziendali nell’assicurare un percorso sereno e normale al piccolo neonato, consentendogli un fisiologico rapporto con la madre, pur nell’ambito di una non fortunata condizione familiare».
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Fonte: Il Vescovado
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