Tu sei qui: CronacaSan Cesareo, ruspa selvaggia contro la storia
Inserito da (admin), giovedì 4 marzo 2004 00:00:00
La scoperta di resti di un acquedotto e di mura romane di grande valore archeologico nella zona di San Cesareo, a Cava de'Tirreni, non ha impedito né bloccato i lavori di costruzione di alcuni fabbricati. Le ruspe sono andate avanti. Quei resti sono stati in parte demoliti o trivellati e, comunque, irrimediabilmente danneggiati, con un un notevole danno per il patrimonio archeologico nazionale. Ora, a quell'area ed alle opere in costruzione sono stati apposti i sigilli. Ieri è stato eseguito il sequestro preventivo disposto dal Giudice delle indagini preliminari Attilio Orio, su richiesta del sostituto procuratore Angelo Frattini, titolare dell'inchiesta. Un provvedimento giudiziario adottato per evitare che l'ulteriore svolgimento dei lavori portasse altri e più consistenti danni, oltre quelli già prodotti. In quell'area panoramica si stava procedendo ad una vasta lottizzazione realizzata dalle cooperative "Eden" e "Liarosa". Risultano indagati Pasquale Pellegrino e Franco Tei, rappresentanti legali delle due società, ed il direttore dei lavori, Rodolfo Matrisciano. È stata contestata la violazione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 490 del 1999, sia per aver eseguito le opere senza la prescritta autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Culturali, sia per non aver denunciato nelle 24 ore prescritte dalla legge la scoperta dei resti archeologici venuti alla luce nel corso dei lavori di scavo. Ma le violazioni contestate non finiscono qui. Infatti, è stato configurato anche il reato previsto dall'articolo 733 del Codice Penale: aver danneggiato beni archeologici che costituiscono patrimonio nazionale. È stata la stessa Soprintendenza a rivolgersi alla Procura, documentando la denuncia con diverse fotografie che testimoniavano in modo inequivocabile lo scempio compiuto. Reperti demoliti, trivellati, tagliati, su cui sono stati costruiti piloni di cemento che dovevano costituire le fondamenta dei fabbricati. Sono immediatamente scattate le indagini, condotte dal maresciallo Salvatore Nacarlo e dall'appuntato Giovanni Di Muro della Sezione giudiziaria dei Carabinieri, che ieri hanno anche apposto i sigilli. I danni, per molti versi irreversibili, risultano anche dalla relazione preliminare di indagine archeologica effettuata dalla società Geomed.
Comune e magistratura, doppia battaglia all'abusivismo
L'inchiesta della magistratura, che ha portato all'emissione del sequestro preventivo degli immobili in costruzione, cade in una fase nella quale è intensa l'offensiva contro l'abusivismo edilizio a Cava de'Tirreni. Con una cadenza degna dei più classici bollettini medici (quelli che aggiornano, ora dopo ora, il decorso di malattia di un qualunque paziente), Palazzo di Città quotidianamente informa sulle autonome iniziative contro quanti, invogliati dai condoni, commettono abusi. Ci sono le condizioni perché si saldi un ciclo virtuoso contro l'illegalità.
Fonte: Il Portico
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