Il miracolo dell'amore continua. La Basilica di San Francesco, tanto cara ai cavesi, sta sorgendo lentamente dalle macerie di quella terribile serata del 23 novembre 1980 che distrusse uomini e cose. Il restauro è stato completamente finanziato dalla generosità dei fedeli. Solo in queste settimane di parla di una probabile ammissione ai finanziamenti della Presidenza del Consiglio, tratti dall'otto per mille. Dopo il recupero della sacrestia, dell'abside e dell'altare maggiore, in attesa della ricostruzione dell'intero impianto della Basilica, il 7 dicembre sarà inaugurata con grande solennità la cripta o basilica inferiore, con 300 posti. «Dovendo provvedere ad eliminare le correnti vaganti di flussi d'acqua, causa dei continui crolli nel corso dei secoli - ha affermato padre Gigino, il promotore della gara di solidarietà per il recupero della Chiesa - abbiamo effettuato uno scavo profondo. Di qui l'idea di realizzare una cripta in continuazione di quella dell'altare laterale. Questa opera è frutto solo dell'amore del popolo cavese e dei tanti devoti di San Francesco e Sant'Antonio. È, insomma, la concretizzazione dell'invito rivolto dal Poverello d'Assisi: "Va, ripara la mia chiesa"». Con i suoi confratelli, padre Gigino è tutto impegnato non solo nella ricostruzione delle mura della Basilica, ma di quell'anima religiosa che infiamma i cuori ed accende tutti i sentimenti di partecipazione, condivisione e solidarietà. È negli occhi di tutti la visione allucinante delle macerie della Chiesa, crollata nel volgere di pochi minuti, e la ricostruzione è accompagnata dai palpiti di tutti i cavesi.