Tu sei qui: CronacaSbarre al "Genoino", insorgono gli studenti
Inserito da (admin), martedì 15 marzo 2011 00:00:00
E proprio quando l’idea di una riforma concreta e rapportata a noi studenti della scuola pubblica sembra sempre più un’utopia, ecco l’ennesimo colpo di mano, l’ennesimo vuoto di umanità. Quale soluzione migliore per noi studenti insoddisfatti di una scuola che non ci appartiene, che non è capace di stimolarci, di applicare sbarre alle finestre delle nostre aule? Sembra una soluzione facile ed economica al problema dei furti e degli atti vandalici, ma chi dice che sia giusta? Siamo sicuri che sia la cosa più giusta quella di montare sbarre lungo tutto il perimetro della scuola?
Avessero avuto almeno la bontà di applicarne un tipo che ci desse l’opportunità di aprirle dall’interno e poter guardare fuori e sentirci sereni, piuttosto che carcerati. Nessuno vorrebbe studiare in una scuola che somigli ad un carcere. Riflettendoci, il Liceo Scientifico Statale “A. Genoino” a questo punto appare addirittura peggio di un carcere sotto alcuni punti di vista: i carcerati godono dell’ora d’aria, noi studenti abbiamo diritto solo a 10 miseri minuti in cui mangiare velocemente qualcosa. E ci siamo visti limitare anche questo fondamentale diritto. Infatti recentemente la preside ha evidenziato l’esistenza all’interno del regolamento d’istituto di una regola che veniva di fatto ignorata (a nostro parere giustamente) che prevede che durante la ricreazione dall’aula può uscire un solo alunno alla volta (o un maschio o una femmina).
Siamo costretti, quindi, ad aspettare in fila all’interno della classe, per riuscire ad acquistare qualcosa ai distributori o andare al bagno, rischiando di dover protrarre la lunga attesa anche fino alla fine dell’ora successiva. Noi del Collettivo Studentesco Cavese siamo scesi in piazza venerdì 11 marzo anche per questi episodi di disumanità nei nostri confronti.
Cari dirigenti, meritiamo di essere trattati come studenti e, prima ancora, come individui, ognuno con una propria testa, ognuno con una propria personalità. Oggi, la nostra condizione non può farci restare in silenzio e per questo, se le cose non cambieranno, saremo sempre in prima fila a farci sentire contro questi brutali soprusi.
Collettivo Studentesco Cavese
Fonte: Il Portico
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